Regia di Bigas Luna vedi scheda film
Lulù (Francesca Neri), ragazzina fino a quel momento inibita (in pratica i primi tre minuti del film...), viene educata al sesso dal ben più maturo Pablo (Oscar Ladoire, vagamente rassomigliante a Francesco Nuti), un professore universitario amico del fratello della ragazza, che la circuisce e tra i due in breve si arriva al matrimonio.
Lulù, nel frattempo cresciuta, vuole esplorare a fondo ogni tipo di esperienza in ambito sessuale e questa sua pulsione, assecondata dal marito, porterà la coppia a fare amicizia con la prostituta trans Ely (Maria Barranco), conosciuta di notte per le strade della movida spagnola, ma anche a un allontanamento tra lei e Pablo: alla fine, una tragedia sarà l'occasione per rivederli uniti.
'Le età di Lulù', ai tempi dell'uscita sugli schermi suscitò un discreto clamore per il tema trattato, e da noi in Italia per il fatto di essere interpretato dall'allora astro nscente del nostro cinema Francesca Neri, attrice molto 'dotata', ma, almeno per il film in questione, non in senso puramente cinematografico: il film, diretto da J. J. Bigas Luna, tratto dall'omonimo romanzo di Almudena Grandes, pubblicato nell'89 -quindi appena un anno prima della trasposizione in immagini - vorrebbe essere un'esposizione trasgressiva e il più possibile provocante dell'universo sessuale al femminile, ma finisce per essere più un catalogo di sequenze pruriginose e patinate invece che erotiche e passionali, sprigionanti aridità e ripetitività ed aventi un qualcosa di meccanico che li avvicina, in alcuni frangenti, al porno, senza però l'esibizione sfrontata dei film del genere.
'Las edades de Lulù' pare un film almodovariano negli umori e in certe situazioni, mancante però tanto dell'ironia quanto del romanticismo del grande autore manchego e soprattutto della sua perizia tecnica nella messa in scena; Bigas Luna gira una sequela di scene a sfondo sessuale stando ben attento a mostrare il meno possibile, finendo per creare un film fumoso e che si accartoccia più volte su se stesso: lo script, ad opera del regista e della scrittrice del romanzo, privilegia nei primi due terzi unicamente scene di sesso, con gli 'eventi' della coppia relegati a degli inserti brevissimi tra una scena (fintamente) hard e l'altra, per poi avere anche uno sviluppo narrativo, sia a livello di personaggi sia di storia nell'ultima parte, risolvendo il tutto in modo raffazzonato e veloce.
Capitolo interpreti: Francesca Neri è molto attraente ma la scrittura del suo personaggio - oltre che dei dialoghi al limite del ridicolo - non la aiuta certo a fornire una prova memorabile, 'aggravata' anche dal fatto che recitando in spagnolo e poi doppiandosi in italiano, si viene a creare un effetto straniante; Oscar Ladoire, nel ruolo dell'intellettuale per cui le donne perdono la testa, è totalmente fuori parte; Maria Barranco viceversa, nelle succinte vesti della prostituta che sembra arrivare direttamente dal cinema di Almodovar, è il personaggio meglio scritto - praticamente il solo - dell'intero film e l'unico per il quale si riesce a provare un'empatia, e proprio grazie a queste caratteristiche l'attrice dà una prestazione sincera e toccante. In una particina recita Javier Bardem, nei panni di frequentatore di locali notturni, alle prime armi ma consapevole del suo talento e anche Pilar Bardem, in un ruolo ancor più risicato, madre dell'attore.
'Le età di Lulù' ricorda vagamente ed in tono minore, l'operazione - più di marketing che di cinema - fatta con '50 sfumature di grigio', al momento al secondo capitolo sul grande schermo, con passaggio da un medium all'altro che regala esiti sconfortanti dal punto di vista artistico (non che il testo di partenza sia un capolavoro, anzi...).
Bigas Luna, cineasta al primo film visto per chi scrive, da quel che ho letto pare abbia fatto di (molto) meglio ('La chiamavano Bilbao' e 'Caniche') ma addirittura anche peggio, con lo scult 'Bambola', oggetto di scherno ai tempi della sua uscita.
Voto: 4.
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