Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
In un appartamento parigino lo strapotere fallocratico di un ingegnere disoccupato, separato e con infante a carico (un Gerard Depardieu costantemente in costume adamitico), nei confronti delle donne viene progressivamente eroso da una puericultrice (una Ornella Muti per una volta davvero sensuale), incarnazione di una panfemminilità atavica. Vistisi sottrarre l'affetto filiale e la disponibilità erotica delle sue partner, l'uomo finisce per evirarsi con un coltello elettrico.
Provocatorio fino al parossismo, Ferreri, autore del copione con Rafael Azcona e Dante Matelli, si limita a tornare sui temi più consueti del suo cinema: la maternità, la guerra dei sessi, la coppia, "supposta cellula cancerogena del nostro tessuto civile" (Grazzini). Peccato che - a parte la nudità dei due protagonisti (perentoria quella di Depardieu, timida quella di una Muti) - il film si limiti a ricalcare quanto già visto in altre opere del regista, da L'ape regina, La donna scimmia, Marcia nuziale, L'harem, Dillinger è morto, Il seme dell'uomo, La cagna, La grande abbuffata fino a Non toccare la donna bianca.
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