Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
I problemi della coppia, sempre al centro del cinema di Ferreri, sono qui interpretati in chiave del più lucido femminismo - in quegli anni molto vivace del resto. Nulla di nuovo, poichè il regista-autore solitamente delinea figure maschili fragili o prepotenti, prevaricatori di facciata (e profondamente deboli, insicuri in realtà), che finiscono per avere la peggio nei suoi film. Qui il protagonista maschile suggerisce addirittura antipatia fin dall'inizio, dotato di un certo vittimismo e di scarsa attitudine alla comprensione dell'universo femminile; il finale con vendetta per sua stessa mano suona come un'ammissione di colpa o la realizzazione dei propri limiti (ma non accettazione). Probabilmente il lavoro in cui Ferreri è più duro con il maschio, in assoluto. Il grigiore metropolitano industriale è un'ottima cornice per questa tragicommedia di coppia.
In una grigia metropoli industriale, un ingegnere disoccupato è solo con il proprio bambino. Ha una storia con una ragazza, ma sono continui alti e bassi, conosce un'altra donna e le cose non vanno poi così meglio. Le rivendicazioni femministe lo portano perciò ad una soluzione drastica: l'evirazione.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta