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Il coltello nell'acqua

Regia di Roman Polanski vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il coltello nell'acqua

di OGM
8 stelle

I giochi degli adulti spesso sono stupidi e pericolosi: infatti sospendono la verità tenendola in bilico su un filo teso al di sopra dell'abisso della tragedia. Ogni impresa, in questo film, è una piccola o grande sfida contro la morte, dall'autostop praticato in mezzo alla carreggiata, all'arrampicata sull'albero maestro della barca, al trastullo col coltello. Il cinema di Polanski ama le situazioni limite, in cui il tessuto della storia si tende fino alla soglia dell'inevitabile: raggiungere il ciglio del burrone, e provare ad affacciarsi sullo sprofondo sembra lo scopo ultimo del racconto, e la missione affidata ai suoi protagonisti che vivono il loro destino – così sembra  - solo per arrivare a toccare, nella loro esistenza, gli estremi confini del possibile.  Il senso della storia viene coltivato sottotraccia, e condotto alla vigilia della maturazione, ma mai esplicitamente realizzato. Come, più tardi, in Rosemary's Baby, l'horror resterà, sino alla fine,  un elemento in gestazione, in questo film è il delitto l'idea onnipresente e incompiuta, il tacito catalizzatore del corso degli eventi, che li fa serpeggiare fra le opposte sponde del mors tua, vita mea, senza mai decidere, in maniera definitiva, le sorti di una battaglia disputata quasi esclusivamente sul piano delle intenzioni.  La rivalità tra i due uomini, che viaggiano su un natante da diporto in compagnia di una donna, è uno spettro primordiale che anima i loro gesti trattenendoli, però, entro i limiti civilizzati di un simbolismo corredato di citazioni aneddotiche e riferimenti figurati. Il rinvio è la modalità che lascia costantemente aperto il discorso, impedendoci, di volta in volta, di capire chi siano, veramente, i personaggi, e che cosa stiano per fare. L'indecidibilità è la forma generalizzata e perenne della crisi esistenziale, che converte realtà ed apparenza in due opposti, ma equiparabili, travestimenti del mistero. Nell'ultima scena del film, la moglie confessa la verità al marito, ma questi non le crede, e intanto pensa a come nascondere un crimine che, però, non è mai stato commesso.  Il non sapere costringe l'umanità a cimentarsi con le ombre, in un gioco, appunto, le cui pedine sono i surrogati metaforici di qualcosa che forse è, e forse non è.

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