Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
Versione al femminile del “Giustiziere della notte” con Charles Bronson ma con argomentazioni pretestuose, puerili e visionarie (per non dire deliranti) e con un realismo praticamente assente. Il film descrive il passaggio di una leggiadra e pudica fanciulla (una bambolina apparentemente anemica), da psicolabile muta e piuttosto stupida a psicopatica muta e spietata killer (ma sempre stupida), transizione patologica causata da un trauma subito, uno stupro, durante il quale riesce a uccidere lo stupratore (facendolo poi a pezzi e sbarazzandosene in modo graduale ed assurdo) ed ad impossessarsi della sua arma, una pistola semiautomatica calibro 45, di cui abuserà alla grande.
Inizialmente le reazioni della bambolina sono di crisi d’ansia e di panico con atteggiamento da cerbiatta smarrita e confusa per poi passare repentinamente a donna fatale e letale, rivelandosi una formidabile tiratrice che colpisce anche al buio più soggetti, anche in movimento, ed il caricatore non si scarica mai, forse si rifornisce di munizioni al supermercato (ma questi sono particolari insignificanti per i grandi artisti, che si possono concedere tutte le licenze letterarie e fantasiose che vogliono, la critica ossequiente).
Il film esprime una visione maschilista e becera delle donne e della sessualità, espressa in una telegrafica sintesi durante un brevissimo sketch inserito durante il film e che con la trama non centrava nulla (e quindi l’intermezzo non è casuale), una scena in cui si vede una homeless che spinge su un marciapiede un carrello della spese con le sue cianfrusaglie ed esprime ad alto voce la sua valutazione negativa delle donne. Il film ha alcune note positive: la maestria del regista che conosce bene il suo mestiere (anche se la trama lascia molto a desiderare), l’ottima recitazione della protagonista (Zoë Lund attrice sconosciuta e morta giovane per un’overdose), il vantaggio di durare poco ed un finale che lo riscatta almeno in parte (e mi riferisco proprio agli ultimi secondi. Appena sufficiente, con qualche riserva (5,5)
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