Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
Una giovane ragazza, nell’arco di una giornata, viene stuprata da due uomini diversi. Il secondo uomo, che le era entrato in casa, riesce ad ucciderlo.
La ragazza lavora in una sartoria di moda.
La ragazza è muta.
La ragazza mette il corpo del suo stupratore in una vasca.
Torna alla sua vita, al lavoro. Il suo sguardo si fissa, mentre sta cucendo un vestito, sull’uomo delle pulizie. L’uomo sta svuotando un secchio. La macchina da presa inquadra un sacco nero.
Improvvisamente la ragazza trova la soluzione.
Capisce come disfarsi del corpo.
Torniamo nell’appartamento di Thana (questo è il suo nome).
La vediamo mentre stende dei giornali sul pavimento del bagno.
La vediamo mentre prende una sega.
La vediamo mentre inizia a tagliare un braccio del cadavere.
Thana ha anche la pistola del suo stupratore, ha i proiettili.
Due ossessioni iniziano a dominarla.
La prima ossessione: sbarazzarsi dei pezzi del corpo.
La seconda ossessione: sbarazzarsi del genere maschile.
Thana si trasforma in una dark lady sanguinaria, fredda e spietata. Un angelo della vendetta di una bellezza inclassificabile. Le sue labbra diventano rosse come il fuoco, i suoi vestiti diventano di pelle, neri. Thana inizia la sua caccia, lascia che gli uomini le si avvicinino e poi li uccide. La New York filmata da Ferrara è un territorio di nessuno, pieno di derelitti, barboni e papponi. Ci muoviamo sotto l’immagine stereotipata della Grande Mela, ci muoviamo un gradino più in alto delle fogne. La violenza esplode, la violenza diventa una ragione di vita.
Ferrara è dalla parte della sua protagonista.
Arrivano i primi sintomi di un’alterazione mentale di Thana. Flash del suo stupratore davanti allo specchio, il suono dei proiettili quando prova a sparare alla propria immagine.
La festa finale si trasforma in un incubo psichedelico. La musica, le immagini rallentate, le maschere dei partecipanti. Thana vestita da suora. Non c’è nessuna redenzione, solo l’impossibile piano di uccidere tutti gli uomini. Non si può giustificare nessuna azione, né quella di chi stupra, né quella di chi si vendica indifferentemente di tutti. Gli uomini ne escono fuori in tutta la loro meschina natura. Sarà una donna, infatti, a fermare Thana. Tutto avviene e si svolge in universo femminile inavvicinabile.
Ferrara ci trascina in un sogno nero che gronda sangue e sporcizia da ogni inquadratura. Glorifica in un ruolo ossessivo e cupissimo la sua attrice (Zoe Tamerlis) Ci lascia un bagliore di umanità solo nel finale. In un mondo dove le vere bestie sono gli uomini, solo gli animali meritano la nostra pietà.
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