Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
La giovane sordomuta Thana è una apprezzata sarta newyorkese che lavora presso un eccentrico creatore di moda dal carattere volubile, ma che prova autentico affetto e tenerezza per la giovane, sapendo di pote rcontare sulla sua abilità nel confezionare abiti di alta moda.
Un giorno come tanti, mentre si appresta a tornare a casa, la giovane viene aggredita e violentata presso un vicolo buio della metropoli.
Come se ciò non bastasse, nel rientrare shoccata in casa, subisce un'altra aggressione da un altro sconosciuto.
Ma stavolta, fattasi forza dalla disperazione che la muove, Thana riesce a reagire fino ad uccidere l'uomo con il suo ferro da stiro.
Sconvolta, ma anche appagata dal gesto di reazione che l'istinto di sopravvivenza le ha permesso di improvvisare, la giovane decide di non denunciare l'accaduto, ma di smembrare il corpo del maniaco e di disfarsene in vario modo.
Intanto, grazie anche all'arma che la donna trova nella tasca dei vestiti del morto, Thana inizierà a provare il desiderio di aizzare tutti i potenziali nuovi stupratori che le si parano davanti, fino anche a provocarli indossando abiti sexy, per poi giustiziarli senza ripensamenti.
Le azioni di vendetta della donna finiscono per divenire parte centrale della cronaca nera cittadina, che inizia a parlare di una efferata vendicatrice senza pietà.
L'apoteosi di questo nuovo improvvisato ruolo di giustiziera, avrà luogo durante una festa organizzata nel mondo della moda, in cui Thana, vestita da suora, darà sfogo a tutti i risentimenti che la animano con una sparatoria senza fine.
Al terso film da regista, Abel Ferrara firma quello che, solo successivamente, è diventato un cult movie, ed uno dei capisaldi del genere "rape & revenge movie".
Il thriller ha uno stile secco e riprese stupende che riprendono tratti e luoghi degradati di una metropoli mai come in quel periodo giungla piena di insidie e prevaricazione, e dà anima e corpo ad una vendicatrice muta ma efferata che trasforma la sua paura in un'arma che la rende una killer micidiale e risolutiva.
Ferrara alterna con felice intuizione la recitazione inevitabilmente minimalista dell'attrice e sceneggiatrice bellissima Zoe Lund (collaborerà alla sceneggiatura de Il cattivo tenente, apparendovi altresì come attrice), destinata purtroppo ad una morte prematura a soli trentasette anni per problemi con la dipendenza da stupefacenti, con quelle sopra le righe di tutto un coro di personaggi di contorno che spiccano per sguaiatezza e volgarità, andando a motivare ancor meglio le già deliberate azioni che inducono la giovane donna a trasformarsi in un killer perfetto ed inesorabile.
L'angelo della vendetta (Ms. 45 in originale), sceneggiato dal fedele Nicholas St. John, è davvero una grande pellicola destinata a dare inizio ad una folgorante carriera che porterà Abel Ferrara a divenire uno dei più interessanti filmaker indipendenti americano, portavoce unico e dallo stile inimitabile delle insidie letali della metropoli e della decadenza della società capitalistica senza freni né ritegno.
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