Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film
Anonimo.
Un misterioso uomo in là con gli anni prende a cuore le sorti di un giovane spiantato senza più speranze nel futuro, e lo inizia ai segreti del gioco di azzardo nelle rutilanti sale dei casinò di Reno. Quale segreto nasconde? Quale rimorso antico muove le azioni dell'anziano Sydney (Baker Hall)? Mentre aspettiamo la risposta a queste domande, il film avanza con lentezza irritante e ci propone l'assurda storia d'amore fra il giovane John e Clementine (Paltrow), cameriera che arrotonda lo stipendio prostituendosi; introduce il personaggio di Jimmy (Jackson), di ispirazione assai tarantiniana e assai poco originale (come del resto Sydney che ricorda da vicino l'iconico signor Wolf). I personaggi legano davvero poco fra loro e rimangono nel limbo di una caratterizzazione poco convincente, le relazioni appaiono molto pretestuose e inconcludenti. Il finale è infine schematico e con poco pathos, e la cosa è piuttosto clamorosa ove si pensi alla violenza efferata con cui Sydney regola i suoi conti e si mostra allo spettatore col suo vero volto. Ma ormai la noia e la prevedibilità hanno preso il sopravvento. I temi sviluppati sono anche apprezzabili, un passato torbido e che non si riesce a mettere alle spalle, un presente di rimorso ed espiazione delle colpe, ma anche di impossibilità di negare la propria reale natura. A fronte di una sceneggiatura anoressica e farraginosa, tutte le eventuali tematiche, comunque appena accennate, segnano il passo. Esordio in un lungometraggio di Paul Thomas Anderson assolutamente rivedibile e da rimandare a prove migliori.
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