Espandi menu
cerca
1997: Fuga da New York

Regia di John Carpenter vedi scheda film

Recensioni

L'autore

mm40

mm40

Iscritto dal 30 gennaio 2007 Vai al suo profilo
  • Seguaci 167
  • Post 16
  • Recensioni 11261
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su 1997: Fuga da New York

di mm40
3 stelle

Nel 1997 New York ha un altissimo tasso di criminalità e l'isola di Manhattan è diventata un megacarcere di massima sicurezza. Da qui viene prelevato l'ex soldato Snake Plissken, incaricato di ritrovare il Presidente degli Stati Uniti – vittima di un attentato e rapito – in cambio della libertà. Ma dovrà farlo entro 24 ore.


Partiamo dalle minime cose: Snake (serpente, ma suona benissimo anche il nome inglese) nella versione italiana diventa Jena o Iena, in maniera completamente incomprensibile; anche l'aggiunta di 1997 nel titolo (quello originale era semplicemente Escape from New York) pare assurda e inutile, visto che è la prima didascalia della pellicola a spiegarci in che anno ci troviamo. Ma nei cento minuti successivi, al netto di un'ottima confezione e di un cast assortito molto bene, la situazione non migliorerà granché: il ritmo – elemento fondamentale per un film del genere – va e viene, la storia (sceneggiatura del regista, John Carpenter, e di Nick Castle) mostra pesanti falle logiche da ogni parte (il protagonista, per es., punta il fucile alle tempie di chiunque, anche degli amici che già hanno dichiarato il loro appoggio alla sua missione: ok l'action per il gusto dell'action, ma qui si esagera), il finale non ha alcun senso. La blanda morale dovrebbe essere forse quella di trasgredire perché sì, perché il Potere è sempre brutto e sbagliato – mettiamo pure che sia così, ma Snake si è comunque suicidato con la sua ultima mossa, quando aveva l'occasione irripetibile di farla franca facilmente. In realtà, oltretutto, Snake Plissken tornerà sul grande schermo una quindicina di anni più tardi per il sequel Fuga da Los Angeles (1996), dalla trama piuttosto simile a questo lavoro: ulteriore elemento di perplessità. Da sottolineare invece le presenze dei volti giusti al posto giusto, come quelli di Lee Van Cleef, Ernest Borgnine, Harry Dean Stanton, Isaac Hayes e Donald Pleasence; sul pur bravo Kurt Russell pende invece la condanna di un personaggio scritto malissimo, costretto a sussurrare le sue battute anche nei momenti di tensione e di pathos (la visione è tutto un continuo metter mano al telecomando, tasti del volume) e più bello che eroico: risolve i suoi problemi sparacchiando qua e là, per poi prontamente riaggiustarsi i vaporosi capelli ben laccati – dovrebbe essere un carcerato, vabbè – e far bella mostra degli inutilizzati muscoli adeguatamente risaltati dalla sua maglietta smanicata aderente. Se tutto questo non fosse ancora abbastanza, un'ultima precisazione: in Fuga da New York (a prescindere dal 1997 tanto caro ai distributori italiani) non c'è nessuna fuga, semmai il salvataggio del Presidente degli Usa. E l'azione si svolge interamente a New York: nessun personaggio in nessun momento tenta mai di andarsene. Oltre l'insensato. 3,5/10.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Ultimi commenti

  1. UgoCatone
    di UgoCatone

    Caro Miguei, è stata una sorpresa trovare la tua recensione. Lo vidi tanti anni fa e pertanto non ho trovato il voto, ma rivedendolo ieri debbo dire che sono d'accordo sulla recensione che coincide con quello che ho provato. Kurt Russel non è nelle mie simpatie. Ciao!

    1. mm40
      di mm40

      A me John Carpenter piace. Ho visto solo una manciata di suoi film, ma questo non è di sicuro tra i suoi migliori a mio parere. Una sciocchezza dietro l'altra, perfino nel titolo. Indiscutibili comunque la confezione, il mestiere, la recitazione. Ma per me non si va oltre un voto insufficiente, pur non grave, ed è bello ritrovarti in sintonia anche su un film un po' fuori dalle nostre usuali corde. Kurt Russell, ti dirò, non mi dispiace; se già parti con scarsa simpatia, però, qui è inevitabile lo sfacelo, dato che interpreta un personaggio scritto così male.

    2. UgoCatone
      di UgoCatone

      Caro Miguel, sei oltremodo gentile nel rispondermi e te ne sarò, per quel che mi rimane, sempre grado.

    3. mm40
      di mm40

      Come tante volte mi hai suggerito tu stesso, la gentilezza che si riceve è anche merito di quella che si usa verso gli altri. Grazie a te, sei uno dei pochi interlocutori sensati su questo sito (e non solo), che Dio (o chi per lui) ti conservi ancora a lungo!

    4. UgoCatone
      di UgoCatone

      Grazie delle tue belle parole.

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati