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1997: Fuga da New York

Regia di John Carpenter vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su 1997: Fuga da New York

di axe
8 stelle

Nel 1997 - un prossimo futuro rispetto la data di uscita del film, 1981 - il centro di New York, ormai da tempo terra di conquista di criminali e folli di ogni sorta, è da tempo trasformato, mediante chiusura dei suoi confini, in una immensa prigione. Gli Stati Uniti scontano le conseguenze di una instabilità politica interna e temono per le tensioni con il "blocco orientale"; pertanto il Presidente prende il volo per partecipare ad un importante vertice con i rappresentanti di Unione Sovietica e Cina; il suo aereo è però dirottato da terroristi e fatto precipitare su New York. Il Presidente riesce a mettersi in salvo mediante una capsula ma finisce prigioniero del "Duca", il capo di una temibile gang. Haulk, poliziotto responsabile della città-prigione, sceglie di affidare la missione di salvataggio a "Jena" Plissken, un ex-militare poi divenuto criminale ed arrestato, esperto in tecniche d'inflitrazione. "Jena" ha 24 ore di tempo per estrarre il Presidente. Se riuscirà, le sue colpe saranno emendate; in ogni altro caso, egli, poichè gli sono state impiantate capsule esplosive sotto pelle, disinnescabili solo per ordine dello stesso Haulk, morirà. "Jena" non ha scelta; raggiunge il centro di New York, e si mette all'opera. Il regista John Carpenter fa un ottimo lavoro. Crea un'ottima ambientazione fantascientifica; certamente non irrealistica, essendo nel periodo di stesura della sceneggiatura, già in essere le premesse per ideare un contesto così pessimista. Ci si chiede cosa sia peggio, se una New York nella quale regna l'anarchia e vige legge del più forte, ma dove si può essere, in un certo qual modo liberi, seppur senza protezione, con tutti i rischi del caso, o il resto della nazione, che immaginiamo essere sotto un ferreo controllo delle autorità, le quali tutelano l'ordine con durezza. Carpenter, inoltre, crea un protagonista di spessore, "Jena" Plissken (interpretato da Kurt Russel) il cui istinto di sopravvivenza gli consente di superare il disgusto per i personaggi intenzionati a servirsi di lui e destreggiarsi nel difficile ambiente di New York, nel quale è ben conosciuto ed agisce accompagnato da una fama sinistra. Infine, con questi materiali, il regista realizza un ottimo film dal ritmo serrato, in cui sequenze con ogni sorta di azione si susseguono con coerenza, accompagnate da una colonna evocativa. Costumi colorati, stravaganze di ogni sorta, personaggi eclettici, altri elementi di un "medioevo prossimo venturo" tengono, se mai ce ne fosse bisogno, sempre acceso l'interesse del pubblico. La conclusione non è scontata. Tra gli altri attori, ho apprezzato Donald Pleasance nel ruolo del nervoso Presidente, personaggio pavido, di scarsa caratura morale, intriso d'ipocrisia e quasi indifferente alle condizioni di vita nell'assurda prigione in cui è stata trasformata New York ed il sangue sparso per salvarlo. Ho inoltre rivisto con piacere Ernest Borgnine e Lee Van Cleff. Un po' scialbo il personaggio del "Duca", interpretato da Isaac Hayes. Ottimo film, con innumerevoli tentativi d'imitazione !

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