Regia di John Carpenter vedi scheda film
Carpenter è un maestro: si è cimentato in vari generi e ne è sempre uscito alla grande, girando film riconoscibilissimi e godibili come pochi. 1997: fuga da New York è il riuscito tentativo di creare una storia punk-fantascientifica, ponendo come fulcro della vicenda quell'antieroe poi diventato celebre che è Snake Plissken (Jena in italiano: poteva andare peggio, quanto a traduzione, ma potevano anche lasciarlo come Snake...), interpretato da un Kurt Russell al suo meglio.
Anticipando il futuro malsano di Blade Runner, Carpenter dipinge una Manhattan del 1997 ormai diventata un'immensa prigione sorvegliata dall'esterno, con i criminali liberi di scannarsi fra loro ed organizzarsi in bande. Questo sistema di sicurezza un po' fascista è paradossalmente controllato dalla Statua della Libertà dal commissario Hauk (il bravo Lee Van Cleef), che contatta l'ex-poliziotto ed ora criminale Snake in una situazione d'emergenza: il Presidente degli U.S.A. è stato dirottato proprio all'interno di Manhattan e sequestrato, proprio mentre questi doveva dirigersi ad una fondamentale conferenza sulla guerra con un nastro audio sulla fusione nucleare.
Snake Plissken, benda sull'occhio e capelli lunghi svolazzanti, viene costretto ad infiltrarsi nella gigantesca prigione, dove dovrò allearsi e scontrarsi per raggiungere il Presidente e salvarlo. Con un budget tutt'altro che eccessivo per un film fantascientifico, 1997: fuga da New York è il solito prodotto carpenteriano, vale a dire tutto intrattenimento, humour, azione, musiche trascinanti ed autoprodotte proprio dal regista e polemica socio-politica.
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