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1997: Fuga da New York

Regia di John Carpenter vedi scheda film

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La recensione su 1997: Fuga da New York

di Andreotti_Ciro
8 stelle

Negli anni ‘80 il tasso di criminalità negli Stati Uniti ha raggiunto il livello di guardia e Manatthan è stata trasformata in un carcere a cielo aperto. Nel 1997 Jena Plinsken, reduce pluridecorato divenuto nel frattempo un criminale, viene scortato a New York per scontare una pena detentiva. Nello stesso momento l’Airforce One, sul quale viaggia il Presidente degli Stati Uniti, viene dirottato da un manipolo di terroristi. Hauk, alto commissario di polizia, decide di offrire a Plinsken la possibilità di essere scagionato da ogni accusa a patto che riesca a liberare il Presidente entro le prossime 24 ore.

 

Western urbano, fantascientifico e distopico del 1981 firmato da John Capenter, e nato sotto la stella del cinema dei ‘70 in cui le metropoli divenivano lo sfondo per scontri fra bande, giustizieri improvvisati, poliziotti alla caccia dei criminali e veloci a trasformarsi da tutori della legge a loro volta in cinici giustizieri. Carpenter, reduce dai successi di Halloween – La notte delle streghe (Halloween, 1978. nda) e Fog (Id., 1980. nda) arrivò alla creazione del soggetto alla base del film grazie a un suo precedente successo; Distretto 13 – Le brigate della morte (Assault on Precinct 13, 1976. nda), la cui sceneggiatura rappresentò una solida base narrativa sulla quale poggiare le gesta di Snake Plinsken, in italiano ribattezzato Jena, impersonato da un magistrale Kurt Russell cui si deve la caratterizzazione di un taglia gole cinico, guercio e senza scrupoli, che si cala perfettamente in un ambiente tetro, notturno ed enfatizzato dalla colonna sonora firmata dallo stesso Carpenter con la collaborazione di Alan Howarth. Completano il cast Donald Pleasence, Ernest Borgnine e l’iconico Lee Van Cleef, nel ruolo del capo della polizia Hauk e anche Manatthan, l’isola al centro di New York, che diventa a tutti gli effetti coprotagonista e non solo location di uno scontro fratricida fra strade deserte e ultimatum di terroristi.

 

La morale finale della pellicola, in cui i rischi in futuro potrebbero portare alle medesime conseguenze intraviste nel film, in cui i buoni si muovo adombrati da una moralità che li porta a non essere poi molto meglio dei cattivi. Fanno del capolavoro di Carpenter un successo senza tempo, ancora molto attuale e al quale si sta pensando di apporre il sigillo del remake, come nel miglior stile del cinema d’oggi.

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