Regia di Mariano Laurenti vedi scheda film
Come film è orrendo, come trama siamo davvero ai livelli dei trogloditi (e fieri di esserlo), ma le caratterizzazioni valgono un punticino in più al lavoro; oltre al 'terrunciello' originale, quello di Giorgio Porcaro (peraltro notevolmente più bravo del plagiatore impunito Abatantuono), ci sono un Teocoli marocchino, un Boldi finto riccone ed un Faletti parcheggiatore zoppo: in pratica una puntata del Drive in ante litteram, su pellicola però. Si ridacchia grassamente qua e là, se davvero si riesce a non far caso alla totale inconsistenza del prodotto. A livello di critica sociale - per nulla inesistente, nonostante il profilo ridicolo della storia - è addirittura profetico; oggi, quasi trent'anni ed una mezza rivoluzione nazi-leghista dopo, il razzismo è al governo e una frase come quella del titolo ha perso qualsiasi connotato ironico: è la realtà dei quotidiani, soltanto addolcita un po' rispetto agli slogan urlati con la bava alla bocca da beceri burini (eletti con profusione di voti) nel nostro parlamento. Jimmy il Fenomeno ha un paio di battute come garzone del bar.
Un cameriere del sud vive a Milano spacciandosi per 'padano' nonostante il pesante accento sudista, e tenendo gelosamente sotto chiave la sorella. Sul lavoro litiga con un marocchino che concupisce la ragazza; in un bar conosce un finto riccone snob che proprio alla sorella propone un provino tv. Ma in realtà la ragazza ha già un altro amante.
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