Regia di David Anspaugh vedi scheda film
Scritto da Angelo Pizzo e diretto da David Anspaugh (al suo primo film dopo avere firmato diversi episodi delle celebri serie Tv "Hill Street giorno e notte" e "Miami vice", mentre tra gli altri suoi titoli per il cinema si ricordano gli innocui "Moonlight & Valentino" e "Wise girls - Scelte d'onore") "Colpo vincente" è una commedia sportiva nel senso più tradizionale e convenzionale del termine. La squadra liceale di basket di Hickory, capace di vincere il torneo regionale dell'Indiana contro tutte le aspettative e tutti i pronostici, battendo in finale i ben più quotati avversari, davanti a ventimila spettatori in uno stadio che mette in soggezione (non a caso prima della partita decisiva, nello spogliatoio, in un parallelismo fin troppo esplicito, si cita il passo biblico di Davide e Golia), è il perfetto emblema del sogno americano, incarnazione vivente dell'idea che chiunque può farcela, basta crederci. Peccato che i componenti più rappresentativi della squadra siano piuttosto risaputi: da Jimmy, campione schivo, solitario e silenzioso, su cui la comunità agricola investe ogni speranza di successo mentre l'insegnante vorrebbe che si dedicasse solo agli studi, ad Ollie, ragazzino piccoletto ed insicuro, che vivrà il suo momento di gloria fino a Everett, preoccupato dal fatto che il padre, ex celebre campione di basket, oggi sia un ubriacone trasandato ma con cui riuscirà a ristabilire un rapporto fatto di stima e fiducia. Persino la delicata parentesi sentimentale tra Norman e Myra è superflua, sia pure venga limitata ad una sola sequenza (la chiacchierata nel bosco con tanto di bacio) ed allo sguardo finale di complicità che il personaggio di Hackman rivolge a quello della Hershey, dopo la vittoria del campionato. Dove invece il film convince e risulta apprezzabile, proprio perché meno scontato e retorico, è nell'accurata descrizione della comunità rurale di Hickory, in cui sembra che tutti vivano solo per il basket e dove tutti sono allenatori, buoni, come è ovvio, solo a criticare. Questa dimensione locale dello sport (trasferte con diverse macchine al seguito, discussioni animate al bar, genitori che vorrebbero intervenire nelle scelte tecniche) ricorda molto le nostre piccole realtà. Bella anche l'atmosfera autunnale e nostalgica (l'incipit silenzioso con l'arrivo di Norman Dale ad Hickory è molto suggestivo ed efficace con quelle molteplici foglie dorate al vento). Interessante la concezione, oggi quasi perduta, di un'attività sportiva che è anche e soprattutto sacrificio, disciplina, impegno, rispetto delle regole, dei compagni e dell'allenatore. La prima parte del film, in questo senso, è assai convincente, con il mister impegnato a vincere le resistenze, le ostilità e le presunzioni dei cittadini ed i dubbi e le diffidenze dei ragazzi, a causa dei suoi rigidi e molto fisici allenamenti, basati prima di tutto sulla conoscenza e l'apprendimento dei fondamentali. L'idea della seconda occasione nella vita (sia per Dale che per l'eternamente sbronzo "Colpo in canna") è sviluppata in modo riuscito ed appassionante (commovente l'arrivo al campo di "Colpo in canna" in giacca e cravatta e bella la sequenza in cui Dale si fa espellere volutamente per dare al suo secondo la possibilità di dimostrare finalmente quanto vale). Se poi il susseguirsi delle partite di basket non regala particolari sorprese e a livello emotivo è fin troppo prevedibile, riuscite ed intense pagine sono il duro confronto iniziale tra Hackman ed l'allenatore uscente della squadra (ben rappresentativo di un diverso modo di intendere lo sport), l'appassionata discussione con l'insegnante Myra Fleener sulla necessità di lottare per dare ai giovani di talento la possibilità di trovare anche strade alternative al basket, specie in una realtà limitata e limitante come quella di Hickory e l'illuminante discorso sul talento fatto da Dale a Jimmy sul campo da basket in mezzo alla natura. Il tris d'assi di protagonisti, pur alle prese con personaggi di riporto e stereotipati (l'allenatore in cerca di riscatto, l'ubriacone emarginato e confuso ma dalla grande esperienza, la donna laureata, costretta dalle circostanze di famiglia a vivere in una realtà che è ben lontana dalle sue aspettative ed aspirazioni), è in forma, ma non sempre riesce a evitare l'eccessivo e facile sentimentalismo di un film godibile, sincero e zuccheroso, che cavalca comunque in modo fin troppo spudorato e stucchevole i cliché più ovvi del genere. Fotografia di Fred Murphy, montaggio di Carroll Timothy O'Meara (nomination all'Oscar per "The rose"). Girato interamente in Indiana. 30 milioni di dollari al box office statunitense. Da vedere in coppia con un altro film sportivo ambientato nell'Indiana, ma dedicato al ciclismo, il bel "All American Boys" di Peter Yates. Ispirato alla vicenda che vide protagonista la squadra di basket della cittadina di Milan nell'Indiana che, nel 1954, si impose a sorpresa su tutti gli avversari, vincendo il titolo nazionale. Per il ruolo andato poi a Gene Hackman la scelta originaria della produzione era Jack Nicholson che ha dovuto però rinunciare, causa i troppi impegni. 2 nomination all'Oscar per Dennis Hopper come miglior attore non protagonista (sconfitto da Michael Caine per "Hannah e le sue sorelle") e per le musiche originali di Jerry Goldsmith (sia Goldsmith che il nostro Morricone, in gara per "Mission", hanno dovuto arrendersi a Herbie Hancock di "Round Midnight"). Per Hopper nomination anche ai Golden Globe dove invece è stato sconfitto da Tom Berenger per "Platoon". Nomination come migliore opera prima agli Independent Spirit Awards: peccato che però in gara ci fosse un certo Spike Lee che ha trionfato con il suo film d'esordio "Lola Darling". Barabara Hershey e Dennis Hopper condivideranno di nuovo lo stesso set nel 1990 con il teso "Il cuore nero di Paris Trout". Regista e sceneggiatore devono amare particolarmente i film sportivi. Nel 1994 hanno infatti firmato insieme "Rudy - Il successo di un sogno" in cui il protagonista aspira ad entrare a far parte della squadra di football americano dell'Università di Notre Dame. Il 2005 invece è la volta dell'inedito "In campo per la vittoria - The game of their lives" con Gerard Butler e Wes Bentley, ancora ambientato negli States degli anni cinquanta ed incentrato sulla partecipazione della squadra di calcio degli Stati Uniti, improvvisata e raffazzonata, alla Coppa del Mondo svoltasi in Brasile con la relativa storica sfida contro i cugini dell'Inghilterra.
Voto: 6 e mezzo.
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