Regia di Barry Levinson vedi scheda film
Quadro caricaturale e a tratti grottesco della potenza dei media americani e - di contro - dell'implicita stupidità del popolo USA. Una satira potente e incisiva con parecchi nomi di rilievo a riempire i titoli di coda.
Probabilmente l'intento principale era far satira e divertire ma è stato raggiunto solo a metà. Il film vuol forse offrire uno spaccato caricaturale dell'America portando alle estreme conseguenze ciò che in realtà è già risaputo, ovvero la strumentalizzazione di guerre e media al servizio della politica più bieca e spietata. Gli attori non si toccano ma la storia non decolla ed anzi si arena su dialoghi abbastanza scontati e qualche forzatura di troppo che finisce per disilludere lo spettatore. Non fosse stato per De Niro e Hoffman, in grado di strappare qualche sorriso con qualche battuta azzeccata, non avrebbe meritato nemmeno la sufficienza.
[EDIT]
Rivedendo la pellicola a distanza di tempo, ho rivalutato il mio giudizio e deciso di aggiungere un'appendice alla recensione e portare le 3 stelle a 4. Ferme restando le considerazioni precedenti, la satira politica presente nella pellicola è molto più tagliente di quanto non avessi percepito a prima visione e colpisce tutti i livelli mediatici, facendo anche emergere - al contempo - l'ipocrisia di fondo del popolo americano. Dunque è una satira che non colpisce solo il potere ma deride anche la gente comune, da un lato circuita con furbizia ma dall'altro vittima della sua stessa idiozia di massa. Emblematica la scena in cui più cantanti scimmiottano il We are the World di qualche anno prima a firma di Michael Jackson, con una delle comparse che imita sfacciatamente lo stile di Bruce Springsteen (emblema, manco a dirlo, del made in USA). La solida sceneggiatura di un esperto come Mamet e gli splendidi e graffianti accordi di Knopfler, infine, mi hanno portato a considerare troppo ingiusta una sufficienza.
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