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Sesso & potere

Regia di Barry Levinson vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sesso & potere

di axe
7 stelle

A pochi giorni dalla data del voto, il presidente statunitense vede compromessa la possibilità di essere rieletto in quanto coinvolto in uno scandalo sessuale. Il suo potentissimo curatore d'immagine, Conrad Bean, decide di distrarre l'opinione pubblica con un evento in grado di catalizzare l'attenzione ed il sentimento dell'elettorato, una guerra. Non sussistendo aperta ostilità con alcuna nazione, il faccendiere progetta ... d'inventare un conflitto, contro la piccola e lontana Albania. Per l'attuazione del piano, si rivolge all'abile produttore cinematografico Stanley Motss, il quale collabora fedelmente, ma non accetta di non poter rivelare il suo ruolo, in una vicenda che deve rimanere segreta. Barry Levinson dirige e co-produce una buona commedia, dal contenuto saritico. Al regista preme evidenziare con quale facilità sia possibile influenzare l'opinione pubblica statunitense. Il soggetto preso di mira è l'"americano medio", elettore distratto, superficiale e facile vittima di media complici della menzogna; ogni informazione che riceve, in grado di infuocare un suo sentimento, positivo o negativo, può spingere in secondo piano la precedente; il maggior grado di sensazionalismo, ovviamente, favorisce questo avvicendarsi, pertanto il personaggio di fatto responsabile della campagna elettorale a favore del candidato - già in carica - alla presidenza, inventa di sana pianta un accadimento in grado di catalizzare interesse e passione del popolo, spingendolo a stringersi intorno all'attuale capo di stato (il "cavallo ... che in corsa non si può cambiare"). E quale evento se non una guerra, con annessa retorica, maturata in decenni e decenni di ... esperienza nel settore, può infiammare gli animi ? Siamo ben oltre la caduta dei principali governi comunisti e prima degli eventi del settembre 2001, dunque un nemico non c'è. Ed allora è necessario inventarlo; l'Albania è la nazione ideale, anonima, isolata ed oltre oceano, probabilmente sconosciuta ai bersagli della propaganda. Un produttore cinematografico, in cambio di denaro ed onori, fornisce i mezzi necessari alla realizzazione della messa in scena; il cuore degli americani è scosso in principio con le immagini di una civile albanese che fugge da un villaggio bombardato da una non ben identificata milizia ostile - i cui combattenti avrebbero portato una bomba atomica in Canada con l'intenzione di farla esplodere oltre confine - con un gattino in braccio. Villaggio e gattino sono oggetto di un montaggio video, la bella fuggitiva - dall'aspetto straordinariamente "anglosassone", nonostante il trucco, è una comparsa. Il colpo definitivo per i sentimenti degli elettori giunge dalla notizia della prigionia di un soldato statunitense, soprannominato "Vecchia Scarpa". Mentre si finge una missione di recupero, la solidarietà verso l'uomo è attestata nel territorio americano dal lancio di milioni di vecchie calzature legate tra loro, su tralicci, alberi e sostegni vari. Il colpo da maestro sarebbe mostrare il fittizio prigioniero liberato, ma fallisce poichè il personaggio selezionato per interpretarlo è un criminale psicolabile che riesce a farsi stupidamente uccidere da un "redneck" prima di essere esposto. Nonostante ciò, il piano ha successo; l'elettore sceglie di non "cambiare cavallo" e tutto va a posto; la C.I.A., convinta dal deus ex machina della bontà del piano, non fa obiezioni. Il povero produttore cinematografico, il quale per la durata dell'intera vicenda si lamenta del fatto che, nel mondo del cinema, la sua categoria, nonostante l'ovvia importanza, è quella che meno riceve attenzioni, dichiara che non conserverà il segreto sul suo ruolo. Dunque, segna la sua sorte. Barry Levinson riunisce un cast di tutto rispetto; Conrad Bean è interpretato da Robert De Niro, il loquace produttore Motss da Dustin Hoffman. Ruolo di secondo piano per Kirsten Dunst, la quale interpreta Tracy, la finta giovane albanese. Il racconto trasmette una certa tensione, poichè l'epilogo, che potremmo definire pessimista, è incerto fino alla fine. Il ritmo non è sostenuto, ma non c'è rischio di annoiarsi; non lo consentono ne' le continue trovate di Conrad, sempre più estreme, nè la colonna sonora, curata da Mark Knopfler e raccolta nell'album "Wag The Dog", titolo originale del film e di un brano che è possibile ascoltare all'interno di esso. La satira non è graffiante come nel più drammatico e quasi contemporaneo "La Seconda Guerra Civile Americana" di Joe Dante, ma non fa sconti a nessuno. Un potere infido ed autoreferenziale manipola a suo vantaggio il popolo, a causa del suo scarso spirito critico e del totale asservimento dei media al potere stesso. Una sceneggiatura esagerata ... ma c'è del vero. Un buon film !

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