Regia di Sandro Bolchi vedi scheda film
Siamo alla fine del secondo conflitto mondiale; Seribe, giovane e aitante cameriere appassionato di musica lirica, si sente più attratto dalle donne che dalla Resistenza in atto.
Con un titolo ‘preso a prestito’ dalla Traviata di Giuseppe Verdi, Dei miei bollenti spiriti è una fiction scritta – da un romanzo di Gino Pugnetti – e diretta per la televisione di Stato dall’esperto Sandro Bolchi. Un quarto di secolo di carriera nel piccolo schermo alle spalle, il Nostro amministra senza grossi sforzi un prodotto dalla durata piuttosto ingombrante (tre puntate di un’ora e un quarto circa ciascuna) ed esteticamente rifinito in maniera convincente (fotografia di Nino Celeste, montaggio di Anna Amedei, colonna sonora composta dal Maestro Gorni Kramer), dai toni sorprendentemente leggeri per un lavoro di questo tipo, ma non per questo meno adatti e riusciti. Mancano i nomi di evidente richiamo, ma gli attori sono tutti scelti fra valide seconde linee o interpreti di provenienza teatrale, che garantiscono una buona resa sullo schermo: Giovanni Vettorazzo, Leonora Fani, Cesare Polacco, Marina Vlady, Pino Colizzi, Milena Ariani e Renato Mori sono i principali, con un ruolino per il noto caratterista Attilio Dottesio. Personaggi sufficientemente definiti, dialoghi un po’ troppo letterari; nulla di eccezionale, si dirà, ma comunque un filmetto gradevole. 4,5/10.
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