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Il ladro

Regia di Pavel Ciukraj vedi scheda film

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La recensione su Il ladro

di barabbovich
8 stelle

1952. Durante un viaggio in treno con la madre (la bellissima Ekaterina Rednikova), il piccolo Sania (Misa Philipchuk), un bambino di 6 anni, si imbatte in Tolyan (Vladimir Mashkov, star del teatro russo), 33enne in divisa. I tre prendono una stanza in affitto in un condominio e per un po', nonostante i modi bruschi di Tolyan, la vita di Sania trascorre in relativa serenità. Ma il fragile equilibrio si sfalda quando madre e figlio scoprono la reale identità di Tolyan: un ladro. L'uomo viene arrestato e mandato ai lavori forzati in Siberia. Il piccolo, dolcissimo Sania vede spirare la madre dopo un aborto malriuscito e finisce così in un orfanotrofio. 7 anni più tardi ritrova il suo padre putativo, confidando di poter tornare con lui. Davanti al rifiuto di Tolyan, ormai malridotto, Sania lo uccide.
Il film premiato a Venezia e candidato al premio Oscar come miglior film straniero si inserisce nel solco di una tradizione del Nord-Est europeo che, passando per Papà è in viaggio d'affari, Kolya e La mia vita a quattro zampe, è capace di lasciare un segno profondo su qualsiasi spettatore. Virando su toni da commedia un racconto intenso e saturnino sul tema della paternità condotto a tre livelli (il padre morto durante la guerra e rievocato come una presenza fantasmatica, quello reale incarnato da Tolyan e quello di tutta la nazione, rappresentato da Stalin), Chukhrai mette a segno un'opera  di pregio che deve molto anche alla straordinaria recitazione dei tre protagonisti.

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