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Where's My Roy Cohn?

Regia di Matt Tyrnauer vedi scheda film

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La recensione su Where's My Roy Cohn?

di alan smithee
6 stelle

FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2019 - SELEZIONE UFFICIALE

Roy Cohn era un burattinaio scaltro e di un'intelligenza superiore tale da permettergli di trasformare personaggi di scarso livello e qualità attitudinali, in personaggi chiave della politica e dell'economia della più grande democrazia di stampo occidentale, che è da sempre considerata gli Usa.

Il cineasta Matt Tynauer, sceneggiatore e regista, ma prima di tutto giornalista di una certa fama, ricostruisce con un buon piglio narrativo l'irresistibile ascesa di questo misterioso, brillantissimo e senza scrupoli personaggio, anzi ingranaggio della politica economica americana, strutturando la sua inchiesta con le cadenze di un thriller, e lasciando che la suspence pervada la sensibilità dello spettatore, avvinto a seguire tutta la inarrestabile ascesa.

Dai risvolti giudiziari che gli permisero di distinguersi come lo scaltro avvocato che portò "al patibolo" la ipotetica coppia traditrice dei Rosenberg, fino a divenire l'uomo che ispirò la "caccia alle streghe dell'epoca maccartista, fino ad addentrarsi nella sfera personale di omosessuale non dichiarato che si prodigò ad ispirare lo stesso McCarthy e l'FBI di J. Edgar Hoover per la caccia ad altri omosessuali. Fino ad assurgere al ruolo di maestro e burattinaio che finì per forgiare in Trump, lo spregiudicato affarista e miliardario che diverrà l'attuale presidente Usa.

Lo stesso titolo del film è tratto da una celebre frase interrogativa utilizzata proprio dall'attuale Presidente Usa nel delineare i risvolti, pure quelli oscuri o poco chiari, della separazione che divise il futuro uomo di punta a stelle e strisce, al suo creatore e burattinaio di vecchia data. 

Una vita nell'ombra apparente, che gli permetteva di forgiare uomini senza scrupoli a sua immagine e somiglianza, tra amoralità e mancanza più totale di scrupoli. Una faccia da cattivo che appropriatamente caratterizzava e distingueva i lineamenti di un personaggio bieco e senza scrupoli, avvocato del diavolo pronto a tutto pur di raggiungere il suo scopo.

Il documentario risulta incalzante ed interessante, in grado di far luce su un personaggio di fatto costellato di ombre, che scientemente sarebbe passato in sordina pur avendo tra le mani, indirettamente o per interposta persona, le redini e le sorti di un intero paese eretto, spesso solo di facciata, a baluardo della rettitudine e della possibilità democratica di poter accedere, da parte di tutti, a quel successo e a quella realizzazione economico-professionale a cui ogni individuo intraprendente e volenteroso parrebbe lecito e doveroso voler tendere. 

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