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Nel tentativo di dare una sferzata di passione e nuovo smalto ad una relazione ormai scaduta nella pura routine tra un uomo non più giovanissimo - pur se fisicamente in gran forma, e la sua giovane moglie attrice, la coppia decide di trasferirsi a trascorrere qualche giorno di relax presso una sofisticata magione sperduta nella campagna del Galles assieme alla bella figlioletta.
Ma se lui, uomo ricchissimo con alle spalle una accusa di omicidio, da cui tuttavia fu assolto, ai danni della prima moglie, deceduta per cause oscure in un controverso incidente domestico, ostenta un atteggiamento che nasconde qualcosa che lo rabbuia rendendolo torvo e sospettoso, chi ha qualcosa da nascondere pare ancor più la moglie, bella, all'apparenza fedele, ma non priva dei suoi segreti gelosamente custoditi.
Nella casa ipertecnologica e sofisticata, che nasconde segreti non meno misteriosi ed inconfessabili, nonché soluzioni geometricamente poco spiegabili per quanto attiene alle proprie dimensioni e strutture, la coppia, anziché ristoro, troverà la dannazione definitiva, in grado di mandare a rotoli anche la loro unione.
Da David Koepp, spesso bravo se non notevole sceneggiatore, specie se al servizio di grandi registi, ma, chissà come mai, regista di opere spesso irrisolte , se non decisamente mediocri, You should have left si presenta come l'ennesima versione della casa infestata da presenze malefiche, ma anche e soprattutto il solito film confezionato con prevedibilità e senza alcun momento di vera, sana suspence, come sarebbe invece lecito aspettarsi da una pellicola di genere di una certa ambizione e forte di un cast di un certo rilievo: né Kevin Bacon, pur torvo ed enigmatico quanto opportuno, né tantomeno Amanda Seyfried, da sin troppo tempo ormai priva della verve che la caratterizzava ai suoi esordi, riescono a rendere la pellicola qualcosa di più che una stanca ripetizione di cliché ormai stra-abusati e prevedibili.
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