Regia di Anton Giulio Majano vedi scheda film
Una fioraia napoletana finisce fra le grinfie di un ricco americano, padrone di un pastificio partenopeo. Il fidanzato della ragazza, giovane marinaio canterino, farà di tutto per riconquistarla.
Melodramma in salsa partenopea con protagonista canterino: il protomusicarello, cioè le origini del genere che spopolerà nel decennio successivo, è tutto qui. Negli anni Cinquanta il nostro cinema sfornava manciate di titoli come questo Cento serenate: ingenui, buonisti, romantici, insignificanti. La storia - la sceneggiatura è scritta dal regista e da Mario Brancacci - è un pretesto non particolarmente elaborato per generare emozioni facili; regia, confezione estetica (a tal proposito: la fotografia è del giovane Adalberto Albertini, futuro regista di genere) e recitazione offrono il minimo sindacale per il contesto, vale a dire davvero pochetto. Anton Giulio Majano, abruzzese attivo dalla metà degli anni Quaranta, troverà la sua strada subito dopo questa pellicola, cominciando a girare - riscuotendo discreto successo di pubblico - sceneggiati televisivi per la neonata Rai. Al fianco del protagonista, debitamente prelevato dal mondo della canzone, Giacomo Rondinella, troviamo qui Maria Fiore, Alberto Talegalli, Gerard Landry, Luisa Rivelli, Fiorenzo Fiorentini e Nino Vingelli. Date le circostanze non si può chiedere granchè, ma pure all'interno del filone musical-sentimental-popolare e considerandone i pesanti limiti fisiologici, Cento serenate non è fra i prodotti migliori. 2,5/10.
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