Regia di Lino Del Fra vedi scheda film
Fata Morgana è il nome del treno che dal sud Italia arriva a nord, carico di persone desiderose di trasferirsi in una zona economicamente più florida e capace di garantire alle loro famiglie un futuro.
Questo è uno dei primissimi lavori diretti da Lino Del Fra, peraltro in solitaria e cioè senza la compagna – di vita e di cinema – Cecilia Mangini; si tratta di un cortometraggio della durata di poco più di dieci minuti che rapidamente inquadra la situazione dei ‘migranti interni’ che dal sud Italia si trasferiscono al nord in cerca di lavoro e di un futuro. Con la fotografia a colori di Luigi Sgambati, il commento musicale di Werter Pierazzuoli e il montaggio di Renato May, il lavoro va a indagare con taglio giornalistico sulla difficile condizione di chi, da un giorno all’altro, si ritrova costretto a dover cambiare ambiente, abitudini e più genericamente vita; il commento (in voce off) di Tommaso Chiaretti sottolinea tali asperità senza mezzi termini, andando in profondità dal punto di vista strettamente sociologico. Attori non professionisti presi dalla strada, qualche scena ricostruita ad hoc, altre di semplice documentario, con la stazione di Milano – capolinea del Fata Morgana e metà più ambita dai meridionali – come perno del racconto; “gli occhi dei terroni (sic) si aspettano una risposta da noi” è la drammatica frase conclusiva, che svela apertamente la destinazione della pellicola a un pubblico del nord e che francamente oggi sarebbe considerabile discriminatoria senza attenuanti. 5,5/10.
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