Regia di Cecilia Mangini vedi scheda film
I riti funebri in un paesino della Puglia: le donne piangono i defunti in casa, gli uomini li accompagnano al cimitero al momento della sepoltura.
La colonna sonora è opera di Egisto Macchi, il testo del commento recitato dalla voce di Lilla Brignone è firmato da Pier Paolo Pasolini: non male per una regista quasi esordiente quale Cecilia Mangini, poco più che trentenne – classe 1927 – e qui impegnata anche come sceneggiatrice. La Mangini era nata e aveva vissuto i suoi primi anni nell’entroterra pugliese raccontato da questo lavoro; lo scopo di Stendalì (Suonano ancora) è di evidenziare quanto sia ancora forte, nel 1960 in cui il lavoro esce, la presenza di elementi di superstizione, veicolati da arcaici riti pagani, nella cultura di molta parte del meridione. Idealmente questo cortometraggio, undici minuti scarsi di durata nel suo complesso, si riallaccia ai coevi lavori di altri grandi documentaristi più o meno conosciuti, come Elio Piccon o Luigi Di Gianni. Da apprezzare la scelta di girare a colori, tutt’altro che scontata in quel periodo. 6/10.
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