Regia di Mario Caiano vedi scheda film
Nel rispetto del classico iter narrativo (rastrellamento, deportazione nel lager, selezione e destinazione "di piacere" per militari sessualmente affamati) Caiano realizza una pellicola insolitamente contenuta e con approccio più serio.
Germania. Seconda guerra mondiale. Hannah (Sirpa Lane) vive con gioia una splendida relazione con il capitano delle SS Klaus (Roberto Posse). La sua famiglia, di origine ebrea, viene presa di mira durante un rastrellamento. La madre viene uccisa mentre lei, assieme al padre, viene condotta in un campo di concentramento, marchiata come numero 4711 per essere poi prontamente smistata al reparto "intrattenimento", ovvero destinata a compiacere in tutto e per tutto i soldati tedeschi. Hannah, durante una pubblica punizione perché per tre volte ha ricevuto segnalazioni negative, attira l'attenzione del capitano Kurt (Giancarlo Sisti) che la accoglie inizialmente nel suo alloggio con certa ferocia (prima le impone di socializzare con Axel, ovvero un pastore tedesco). Con il trascorrere del tempo il perverso capitano delle SS da copertura ad Hannah, fornendogli false generalità di tipo germanico e nuovo nome: Lola.
La svastica nel ventre: scena
Della manciata di pellicole "Eros-Svastika" questo è uno dei titoli più interessanti principalmente a causa di una buona messa in scena, garantita da attori di certo rilievo e dalla mano di un regista tutt'altro che superficiale, Mario Caiano, qui coperto dietro lo pseudonimo anglicizzato di William Hawkins.
La svastica nel ventre: scena
Caiano è stato (purtroppo si è spento nel 2015) regista di certo talento e si è sempre distinto per l'eleganza di una regia asciutta ma precisa e attiva nella narrazione. Così come ha lasciato segno distintivo in ogni genere affrontato: nell'horror con Amanti d'oltretomba; nel giallo con L'occhio nel labirinto; nel poliziesco con ... a tutte le auto della polizia, Milano violenta o Napoli spara!
La svastica nel ventre: fotobusta edizione estera come Nazi love camp
Nel decamerotico, addirittura quindi in argomentazioni diametralmente opposte, ha diretto un divertente capitolo con I racconti di Viterbury (deformazione colta da Canterbury per un film girato in buona parte a Viterbo!). E pure in questo caso non si smentisce e gira un nazi superiore alla media sia per tecnica che per contenuto. Caiano rifugge, ad esempio, dialoghi volgari e violenza gratuita. E affronta il tema che si ripete -nel filone- come un loop da film a film (rastrellamento, selezione, deportazione con ispezioni corporali e destinazione in locali destinati ad accogliere soldati con naturali necessità sessuali) dando al girato un taglio più realistico e pure riflessivo. Anche gli inserti dimostrano il tipo di approccio più serio, infatti le vere scene in bianco e nero si tengono lontane dal mostrare corpi in deperimento dei prigionieri per dare posto a momenti documentati di guerra con soldati in marcia, carri armati o scontri aerei.
La svastica nel ventre: manifesto edizione estera
Pure -e questo fa riflettere- si dimostra "intellettualmente onesto" e non tratteggia personaggi (da ambo le parti) manichei, con caratteri banali o prevedibili. A cominciare dal tenente delle SS che si rifiuta di fucilare anziani civili rastrellati in paese e li mette in salvo per proseguire con Klaus, che deve sottostare agli ordini dei superiori ma, consapevole della follia nazista, cerca la morte volontariamente dandosi disponibile per il fronte. Hannah stessa passa da una prima parte di vittima a quella di opportunista cinica e spietata (rinnega ad esempio la relazione con Klaus). Per poi di nuovo pagare -in un finale drammatico e potente- il conto richiesto dalla vendetta. Non mancano le scene oltraggiose, come quella che vede Hannah (la bella Sirpa Lane, ormai destinata a feeling bestiali dopo la sua partecipazione ne La bestia di un paio d'anni precedente) costretta a "simpatizzare" con il pastore tedesco del perverso capitano delle SS. Ma evidente, chiaro e sottinteso, al regista non interessa l'aspetto morboso che anzi sembra quasi essere d'intralcio per un tipo di narrazione "più nobile e ricercata" portata sullo schermo grazie ad interpreti decisamente sopra la media del genere.
La svastica nel ventre: Sirpa Lane
Curiosità
Il brutale stupro iniziale nel fienile, vittima Sara Crespi in fuga dopo l'abuso e imbrigliata nella recinzione elettrificata, si conclude con il suicidio: probabile citazione/omaggio di Mario Caiano al più considerato Kapò (1959) di Gillo Pontecorvo.
Ad un certo momento del film ci viene proposto l'accoppiamento delle ragazze ariane (e quindi bionde) con i soldati, eseguito in maniera meccanica al ritmo musicale di Wagner e sormontato dal volto di Hitler, che segue tramite foto ben affissa sopra al talamo. Scena non nuova perchè era già apparsa -in maniera lievemente diversa- sia nel brassiano Salon Kitty che ne L'ultima orgia del Terzo Reich (Cesare Canevari, 1976).
Una prigioniera destinata a dare "sollievo" ai soldati ha ricevuto tre segnalazioni e viene pubblicamente fustugata a sangue. L'attrice che interpreta il ruolo è Christiana Borghi.
Il film è disponibile in Dvd nel catalogo Quinto Piano. Si tratta purtroppo di una edizione mediocre, in formato 4:3 e con scarsa definizione video. Rispetto ai passaggi televisivi di 78 minuti, la versione home video arriva sino agli 85. Presenta un diverso montaggio nei titoli di testa (bianchi su sfondo nero e all'inizio anziché in sovrimpressione dopo la retata). Del film ne è stata approntata per il mercato estero anche una versione con aggiunta di circa 8 minuti contenenti inserti hardcore.
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