Ludovic, ragazzino di sette anni è convinto di essere una bambina. I suoi genitori, non senza traumi e contrasti, sono comunque pronti ad accettare la bizzarra diversità del figlio, ma l'atteggiamento dei vicini è invece di disapprovazione. Ludovic, tra l'altro, per legittimare la propria scelta, si appoggia a Pam, magica eroina di una serie televisiva.
Note
Presentato a Cannes nel '97, nella sezione "Quinzane des Réalisateurs", e premiato col "Golden Globe". La pellicola riesce a combinare il possibile all'improbabile, fra colorati sogni alla Tim Burton e una cruda realtà alla Ken Loach. Berliner gioca con l'identità sessuale e il travestitismo attraverso lo sguardo innocente di Peter Pan che, contrariamente alla leggenda, ha tutta l'aria di voler diventar grande in fretta.
"La mia vita in rosa" è il primo lungometraggio di Alain Berliner, regista belga che in seguito, dopo un secondo film realizzato ad Hollywood, si è dedicato soprattutto alla televisione. Il film tratta una tematica particolarmente delicata come quella dell'identità di genere, il cosiddetto "gender" che tanto spaventa i bigotti cattolici che in Italia fanno petizioni per… leggi tutto
Nonostante la mia ferrea volonta' di non vederlo,mia moglie mi ha talmente stressato nel volerlo vedere insieme che,alla fine,non e' stata affatto una brutta visione ma abbastanza originale,simpatica e godibile.voto.7. leggi tutto
voto 5. Banale film sulla diversità e sulla tolleranza, fondato su un'idea di base carina ma sviluppata in modo inadeguato. Il film porge in modo lieve un problema drammatico ma ha il difetto di non sostenere una tesi, salvo la poco accettabile scappatoia surreale. Il personaggio della nonna libertaria, poi, è davvero patetico. Nel complesso, molto scontato. leggi tutto
Ludovic (Georges Du Fresne) è un bambino di nove anni con l'abitudine precoce all'eonismo. Dapprima i suoi genitori accondiscendono, ma quando la faccenda comincia a sortire effetti sul vicinato e sul figlio del datore di lavoro del papà di Ludovic, la tolleranza diminuirà rapidamente. Costretti a cambiare domicilio e ad intraprendere una cura psicoterapeutica, i familiari…
"La mia vita in rosa" è il primo lungometraggio di Alain Berliner, regista belga che in seguito, dopo un secondo film realizzato ad Hollywood, si è dedicato soprattutto alla televisione. Il film tratta una tematica particolarmente delicata come quella dell'identità di genere, il cosiddetto "gender" che tanto spaventa i bigotti cattolici che in Italia fanno petizioni per…
VOTO 7 SENSIBILE (TV Aprile 2012) La diversità associata alle classiche problematiche della fanciullezza (e non solo...), compongono l'ossatura di questo pregevole film belga dalla interessante personalità. Fra visioni pop, momenti filosofico-esistenziali e critiche sociali, lo stile di Berliner (approdato fiaccamente a Holywood 2 anni dopo con il mediocre "Passion of Mind" con Demi Moore) è…
Nonostante la mia ferrea volonta' di non vederlo,mia moglie mi ha talmente stressato nel volerlo vedere insieme che,alla fine,non e' stata affatto una brutta visione ma abbastanza originale,simpatica e godibile.voto.7.
Davvero un piccolo gioiello questo film, l'ho rivisto per la seconda volta e mi è piaciuto come la prima. Un film che affronta in maniera delicata e ironica un argomento delicato. Mette in evidenza soprattutto la stupidità e l'ignoranza della gente. Il bambino nella sua ingenuità è troppo dolce. Il personaggio della nonna è estremamente positivo. Divertenti…
voto 5. Banale film sulla diversità e sulla tolleranza, fondato su un'idea di base carina ma sviluppata in modo inadeguato. Il film porge in modo lieve un problema drammatico ma ha il difetto di non sostenere una tesi, salvo la poco accettabile scappatoia surreale. Il personaggio della nonna libertaria, poi, è davvero patetico. Nel complesso, molto scontato.
Sempre, in ogni momento e in ogni luogo, siamo osservati da questi occhi limpidi e indifesi che saranno il nostro futuro! Bisognerebbe ricordarselo più spesso, forse si commetterebbero meno idiozie!
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