Regia di Paul Shoulberg vedi scheda film
TFF 37 - TORINO 37
Di fatto Lex svolge assai bene questo suo lavoro di rapportarsi emotivamente con i malati terminali, tanto bene quanto invece riesce a rendersi goffa ed inopportuna con i parenti dei suoi clienti, riuscendo ad inanellare una gaffe dietro l'altra.
Il giorno in cui, nei pressi dell'ospedale in cui la ragazza presta il suo servizio, viene notata da un giovane di bell'aspetto, il sensitivo Spencer, tra i due nascerà uno strano rapporto a metà strada tra il conflitto professionale, e l'attrazione fisica, proprio mentre la ragazza si ritrova impegnata con due casi piuttosto complicati.
L'opera seconda di Paul Shoulberg è una piccola verbosa commedia che gioca le sue carte su emozioni epidermiche che la tematica del fine vite aiuta a provocare sullo spettatore.
Di fatto il film, pur senza trattare nulla di una tematica assai difficile e complessa in modo scorretto o poco opportuno, gioca le sue carte su derive emozionali improbabili e vira il clima sulla strada della commedia verbosa soffocata da un sottofondo ovattato di ambulatori e strutture ospedaliere che paiono di cartapesta in stile sitcom.
E se John Ortiz - gran bravo caratterizza - fa di tutto per salvare il salvabile di una commedia che scade in situazioni vicine al patetico, l'amalgama tra i due giovani protagonisti, entrambi venditori di parole a vuoto, ovvero la stropicciata "sbirulina" Roberta Colindrez ed il bellone da fotoromanzo Zachary Spicer, stenta a decollare o a risultare plausibile.
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