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Kundun

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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La recensione su Kundun

di Brady
8 stelle

Abbiamo comunque titolo e diritto a decidere cosa è meglio per un popolo che conosciamo così poco?

Un film decisamente interessante. Rappresenta quella parte di storia del Tibet che genera una netta cesura con un passato politico e religioso che ha generato nel tempo profonde credenze e fasi rituali. Riti per lo più tribali che denotano una gestione della vita sociale e pubblica molto vicina al nostro medioevo.

Indubbiamente un'epoca d'oro per il reggente e per i monaci buddisti, ma che porta con se i retaggi della servitù, dove le caste ed i ruoli sono netti e non prevedono particolare flessibilità sociale. Ma d'altra parte anche l'India è un esempio di separazione sociale in caste ancora oggi.

 

Mi sono sempre chiesto perché i governi Occidentali non siano mai intervenuti con decisione per difendere il diritto dei Tibetani ad un loro stato. E temo che questa mia domanda non avrà mai risposta, ne una sola. Gli interessi geopolitici avranno indubbiamente avuto il peso maggiore. Meglio non litigare e dividersi il bottino. Tanto più che le risorse minerarie, spesso interessanti, ce le ritroviamo comunque anche sui nostri mercati, magari sotto forma di prodotti elettronici.

 

Mi dispiace per il Dalai Lama che per l'occasione si è convertito alla pace ed alla tolleranza in un paese che già al suo interno non presentava affatto uguaglianza sociale (servitù, prigioni, militari, ricchi trattati come Dei...). Mi spiace perché effettivamente erano riforma che lui stesso avrebbe potuto attuare senza doverle subire assieme al suo popolo. Ma poteva andare anche peggio. Una guerra di sterminio e deportazione totale non era nemmeno da escludere.

Inoltre, quando la religione ed il potere temporale si legittimano fra di loro e diventano totalizzanti, come una dittatura, non si possono negare gli effetti negativi di una religione che soggioga le menti deboli ed domina grazie all'ignoranza, costringendo le persone a condurre vite avulse da quelle che sarebbero le loro reali possibilità. La stabilità sociale è n caro prezzo da pagare per la propria libertà. Ma a volte, soprattutto i periodi difficili, l'essere 'protetti' da un sistema feudale può far comodo. Pochi avrebbero voglia di uscire dal loro tran tran quotidiano per buttarsi in avventure politiche o sociali. E, peraltro, nessun sistema politico è perfetto.

 

Mao disse che la religione è l'oppio dei popoli e forse aveva ragione, così come ogni altra forma di tirannia mentale, sociale, politica ed economica. Quindi vale la stessa cosa anche per una multinazionale che governa di fatto un paese a suo uso e consumo.

 

Ritornando al film, confermo quanto scritto anche da altri: spettacolari le ambientazioni, le scenografie, i costumi e la ricostruzione della vita di quell'epoca. Il tutto con una giusta dose di equilibrio e senza dare un giudizio senza indicarci la via di quello che è stato giusto o sbagliato. Gli elementi li abbiamo, adesso tocca a noi documentarci e decidere. Scelta ardua. Abbiamo comunque titolo e diritto a decidere cosa è meglio per un popolo che conosciamo così poco?

 

Interessante:

https://it.wikipedia.org/wiki/Accordo_dei_17_punti

 

In teoria,... non sembrava così terribile l'accordo.

 

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