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Kundun

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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Serum

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La recensione su Kundun

di Serum
8 stelle

 

Il piccolo Lhamo Dondrub viene scelto per essere il nuovo Dalai Lama (o, per dirlo nei loro termini, è identificato come la sua quattordicesima reincarnazione), per cui i monaci lo portato a Lhasa poco più che neonato, per essere educato, nella via del buddhismo, alla guida spirituale del suo popolo. Si rende conto delle tante storture politiche del Tibet, molte delle quali in aperta contraddizione con la filosofia da lui appresa (presenza di un esercito, giochi di potere interni alla corte, considerazione della volontà popolare pressoché inesistente), ma prima che possa iniziare un processo di restauro avviene l'invasione cinese, che vuole operare sul territorio cambiamenti sostanzialmente condivisibili (la fine del sistema feudale, l'abolizione della teocrazia) con i mezzi più mostruosi (massacri indiscriminati e bombardamenti). Scorsese racconta in maniera veramente appassionante una storia emblematica di coerenza personale, un viaggio epico negli sterminati spazi di quegli aspri territori, dove anche i problemi più gravosi dell'umanità vengono ridimensionati. A prescindere da tutto, mi risulta impossibile non provare ammirazione per la scelta di preferire un esilio consapevolmente perenne al chinare la testa verso l'aggressione esterna della Cina, che sarebbe forse stata la cosa più facile (distinguendolo profondamente da altri leader religiosi geograficamente più vicini a noi...). Forse Mao ed i suoi gerarchi vengono resi in modo troppo approssimativo, ma il percorso del protagonista è narrato benissimo. Magnifica la colonna sonora di Philip Glass, che mischia uno stile compositivo occidentale con strumentazioni locali.

 

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