Nel 1937 in Tibet un bambino proveniente da una modesta famiglia viene riconosciuto come quattordicesima incarnazione del Dalai Lama. Passa il tempo e si arriva al 1950, il ragazzo ha ormai quindici anni e diventa testimone dell'invasione del suo paese da parte dell'esercito cinese guidato da Mao Tse Tung. Tenzin Gyatso, così si chiama il ragazzo lancia un appello che, però, rimane inascoltato in Occidente. Non gli rimane che andarsene in esilio in India.
Note
Com'erano "L'ultima tentazione" e, alla loro maniera visionaria e singhiozzata, le saghe "italoamericane" di Scorsese, anche "Kundun" ha l'andamento austero e dubbioso di una predestinazione, di una maturazione. Non urlato e scandito dal furore, ma controllato da un'armonia maestosa e continua, non è per questo meno visionario. Non tessitura delle apparenze (come quella che stritola i protagonisti di "L'età dell'innocenza"), ma forma come espressione di spiritualità, controllo, trascendenza. La figura del mandala che percorre il film è il simbolo più sontuoso ed evanescente di questo spirito formalizzato. E l'aggiustamento della prospettiva che scandisce il film è il segno più forte del percorso del protagonista.
Scorsese abbandona i gangster e i sensi di colpa "cristiani" trascinandoci agli antipodi della sua formazione culturale, realizzando un film dal forte impatto spirituale e da un imponente senso estetico.
La necessità di un capo che sia una guida; le difficoltà a comprendere ove si è incarnato il nuovo Lama.L'istruzione di un capo, la coltivazione della saggezza e della maturità spirituale;le prepotenze e le angherie di uno stato confinante troppo grande e potente;la fuga come necessità per mantenere saldi i propri principi e la propria indipendenza
Non potrò essere totalmente obiettivo perchè Scorsese è il mio mito, ma questo film è…diciamo incantevole si…è un incanto: i suoi colori, la spiritualità di cui è intriso, l'umanità, la passione…direi anche sottovalutato da molti come film.
Anche i geni del cinema come Martin Scorsese hanno i loro film "minori", è inevitabile. A pochi anni di distanza dal "Little Buddha" di Bernardo Bertolucci, che ugualmente fu accolto in maniera fredda, Scorsese ci propose questo "Kundun" che è una biografia del Dalai Lama Tenzyn Giatso, tuttora vivente, dalla sua infanzia fino al 1959, quando dovette fuggire dal Tibet per riparare… leggi tutto
Kundun è una produzione ad alto budget tratta dal libro autobiografico del Dalai Lama del Tibet Tenzin Gyatso dal titolo La libertà dell’esilio; esso ripercorre, in uno stile sontuoso che ricorda la strada e lo stile adottati da Bernardo Bertolucci a partire da un decennio prima con L’ultimo imperatore e, a livello di storia, nei suoi tratti essenziali… leggi tutto
Nel 1937 il Tibet dei monaci buddisti riconosce in un bambino di 2 anni, il Kundun, la quattordicesima reincarnazione del Buddha. Cresciuto dagli anziani monaci del popolo tibetano, quel bambino diventò il Dalai Lama, la guida spirituale e politica di tutto il popolo tibetano. Il film di Scorsese si sofferma su alcuni episodi della sua vita - quelli dei 2, 5, 12 e 18 anni - ma ancor di… leggi tutto
Anche i geni del cinema come Martin Scorsese hanno i loro film "minori", è inevitabile. A pochi anni di distanza dal "Little Buddha" di Bernardo Bertolucci, che ugualmente fu accolto in maniera fredda, Scorsese ci propose questo "Kundun" che è una biografia del Dalai Lama Tenzyn Giatso, tuttora vivente, dalla sua infanzia fino al 1959, quando dovette fuggire dal Tibet per riparare…
L'angolo del libro / 12
I volti del male - Le vite e i crimini delle menti più crudeli della storia (*****) Emse edizioni
"Certe cose sono sconvolgenti e inaccettabili alla comune…
Mi mette in soggezione parlare di Martin Scorsese. È uno dei registi più amati e venerati al mondo, noto anche ai non cinefili. I suoi film sono stati visti, ri-visti e vivisezionati da generazioni di…
Il piccolo Lhamo Dondrub viene scelto per essere il nuovo Dalai Lama (o, per dirlo nei loro termini, è identificato come la sua quattordicesima reincarnazione), per cui i monaci lo portato a Lhasa poco più che neonato, per essere educato, nella via del buddhismo, alla guida spirituale del suo popolo. Si rende conto delle tante storture politiche del Tibet, molte delle quali…
Il racconto delle vicende del più recente Dalai Lama, dall'indentificazione all'esilio per l'occupazione cinese, è la versione filmica della fascinazione occidentale, tanto new age, per le religioni orientali e, come queste, è superficiale e incapace di vera comprensione. A colmare il vuoto, che risalta al confronto di altri film di tema religioso del regista, come il…
"Siamo gettati in questa vita come in un alambicco, dove, dopo una precedente esistenza che abbiamo dimenticato, siamo destinati a essere rifatti, rinnovati, temprati dalle sofferenze, dalle lotte, dalla passione,…
"I miei nemici diverranno nulla, i miei amici diverranno nulla, anch'io diverrò nulla, similmente tutto diverrà nulla"
Anno 1937, da qualche parte nel Tibet, tra sogno realtà e leggenda tre monaci partono verso la casa di un bambino di due anni, "Lhamo" (colui che protegge) è il suo nome,poi trascritto in Tenzin Gyatso , futuro quattordicesimo Dalai…
Un film decisamente interessante. Rappresenta quella parte di storia del Tibet che genera una netta cesura con un passato politico e religioso che ha generato nel tempo profonde credenze e fasi rituali. Riti per lo più tribali che denotano una gestione della vita sociale e pubblica molto vicina al nostro medioevo.
Indubbiamente un'epoca d'oro per il reggente e per i monaci buddisti, ma…
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Commenti (8) vedi tutti
A colmare il vuoto non basta l'opulenza visiva.
leggi la recensione completa di IndeficienterScorsese abbandona i gangster e i sensi di colpa "cristiani" trascinandoci agli antipodi della sua formazione culturale, realizzando un film dal forte impatto spirituale e da un imponente senso estetico.
leggi la recensione completa di GIMON 82Abbiamo comunque titolo e diritto a decidere cosa è meglio per un popolo che conosciamo così poco?
leggi la recensione completa di BradyLa necessità di un capo che sia una guida; le difficoltà a comprendere ove si è incarnato il nuovo Lama.L'istruzione di un capo, la coltivazione della saggezza e della maturità spirituale;le prepotenze e le angherie di uno stato confinante troppo grande e potente;la fuga come necessità per mantenere saldi i propri principi e la propria indipendenza
leggi la recensione completa di alan smitheeNon potrò essere totalmente obiettivo perchè Scorsese è il mio mito, ma questo film è…diciamo incantevole si…è un incanto: i suoi colori, la spiritualità di cui è intriso, l'umanità, la passione…direi anche sottovalutato da molti come film.
commento di andystarsailor7
commento di nico80L'atmosfera del film non mi ha contagiato e di questo do la colpa al regista. Una storia troppo raccontata con poco spazio all'intrattenimento.
commento di sonicyouth