Regia di Christopher Morris vedi scheda film
Un predicatore svalvolato in odore di terrorismo sta per essere sfrattato; un sedicente sceicco gli offre denaro per mettere in pratica un attentato. Il predicatore accetta, ignorando che lo sceicco è un uomo dell’FBI, che intende usarlo come esca.
The day shall come è la seconda regia per il cinema dell’inglese Chris Morris, a ben nove anni di distanza da Four lions (2010); il tempo trascorso non sembra avergli procurato idee più originali rispetto a quelle del film d’esordio, dato che il Nostro – anche sceneggiatore, insieme a Jesse Armstrong – mette in scena un’altra storia di terroristi sgangherati allo sbaraglio, peraltro con la medesima matrice islamica. Se i quattro protagonisti del precedente lavoro, però, erano platealmente scemi, Moses Al Shabaz, il personaggio centrale di questa pellicola, è più verosimilmente malato di mente, un esaltato che travisa la realtà, sebbene neppure lui sembri mai davvero pericoloso. Il tasso di realismo si alza, comunque, a parità di gag squinternate (Shabaz che alle armi da fuoco preferisce un cavallo, perché più scenografico) e colpi di scena più o meno inattesi; la storia è forse un po’ troppo arzigogolata e spesso si regge in piedi solamente grazie al buon ritmo della narrazione. Marchant Davis (ottima la sua riuscita), Anna Kendrick, Danielle Brooks, Malcolm Mays, Kayvan Novak e Andrel McPherson sono gli interpreti principali; Chris Morris, ma non è una novità neanche questa, si occupa anche della colonna sonora originale (per la verità abbastanza innocua), insieme a Seb Rochford e Jonathan Whitehead. 4/10.
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