Regia di Riley Stearns vedi scheda film
Un timido impiegato trentacinquenne tutto casa, lavoro e adorato ed altretttanto mansueto bassotto, viene aggredito e ferito gravemente da un gruppo di motociclisti che lo derubano e lasciano esanime sul ciglio della strada mentre era intento a recarsi a comprare il cibo per il suo cagnolino.nel supermercato più vicino al suo domicilio, aperto anche ad orario notturno.
Nei giorni di infortunio in cui si assenta dal lavoro, il giovane si reca in una armeria per acquistare una pistola a scopo di autodifesa, ma deve attendere i tempi di registrazione e controllo della fedina penale prima di entrare in possesso dell'ordigno prescelto.
Nel frattempo, non distante dal negozio di armi, il ragazzo nota una palestra di karaté, portata avanti, tra gli altri, da un carismatico giovane ed aitante istruttore conosciuto col nome evocativo di Sensei. Di li a poco, il timido ragazzo decide di lanciarsi ed iscriversi, lasciando perdere la pistola e lasciandosi poco per volta irretire dai modi affascinanti e misteriosi con cui l'insegnante lo introduce ai misteri di quella antica dottrina di autodifesa.
Ma entrando a far parte di quella cerchia, il ragazzo, subito galvanizzato e motovatissimo, matura poco alla vomta sospetti attanaglianti che lo inducono sempre più a convincersi di essere caduto come dalla padella alla brace, vittima senza scampo di una trappola senza ritorno frutto di un macabro quanto astutamente calcolato gioco di potere, in cui il dominio del capo branco sulle vittime non si basa solo sulla preponderanza della forza fisica ma sull'esercizio del potere di affrontare e vincere l'avversario puntando molto sulla pressione psicologica.
Quella a causa della quale egli si ritrova presto vittima inerte di un gioco di potere insinuante da cui appare mto complicato riuscire a districarsi.
Opera seconda incalzante e sufficientemente inquietante di Riley Stearns, conosciuto ed apprezzato con l'esordio di Faults del 2014, L'arte della difesa personale gioca piuttosto bene le carte della sua svolta thriller dai connotati psicologici cupi ed inquietanti, facendo forza sulla validità delle performance che contraddistingue l'ottimo trio attoriale coinvolto nel progetto: il ritrovato Jesse Eisemberg, sempre più "medioman" per eccellenza e di credibile derivazione da autentico adolescente nerd incallito come è sempre apparso.
A lui si affiancano uno straordinario, affascinante ed assai inquietante Alessandro Nivola, qui impegnato in uno dei suoi ruoli più significativi, inquietanti ed ambigui della sua valida lunga carriera di affidabile caratterista.
Si unisce ai due la falsa timida ed apoarentemente innocente Imogen Potts, qui nei panni di uma tosta karateka protagonista di una sanguinosa e letale storia che le ha condizionato completamente l'esistenza.
Il film, diretto con efficacia senza orpelli né particolare forza inventiva, punta molto, se non troppo , ad inseguire i molteplici risvolti noir di una trama sin troppo pregna di orpelli e dipendente da un epilogo certamente intrigante, ma sin troppo cerebralmente elaborato per non risultare, almeno a tratti, sin troppo insinuante e macchinoso, salvato tuttavia, magari in extremus, da un abbondante e salvifico strato di preziosa ironia di fondo.
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