Regia di Zhang Yimou vedi scheda film
16° FESTA DEL CINEMA DI ROMA - SELEZIONE UFFICIALE
Destini che si incrociano. Quello di un condannato per rissa che fugge dal suo campo di lavoro per rendere possibile un suo unico, innocente e comprensibile sogno.
E quello di un'orfana, che si scopre interessata, ma per motivi completamente diversi, all'oggetto per cui il prigioniero è evaso: una bobina cinematografica.
Ci troviamo a metà anni sessanta, in un Cina in cui la divisione culturale rimaneva un eco distante in un territorio al limite del deserto in cui le notizie raggiungevano con ritardi di mesi il cinema del villaggio, perennemente affollato di pubblico intento a guardare il film che proveniva dalla città, e i cinegiornali con le notizie vecchie di mesi, ma pur sempre attuali in quel luogo desolato e dimenticato dalla civiltà.
I motivi che legano i due protagonisti attorno ad una pellicola, si potranno comprendere agevolmente con la visione del bel film che segna il ritorno in piena forma di un gran regista, ultimamente un po' appannato o fuori forma.
Yimou dà vita ad un piccolo gioiello che è un atto d'amore verso il cinema, ed insieme un suo "'cinema Paradiso", favola scevra di ogni compiacimento, così come di sviante melodrammaticità, narrata con sobrietà e finezza di racconto, in un contesto paesaggistico unico per asprezza e poetica desolazione.
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