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Mussolini ultimo atto

Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Mussolini ultimo atto

di axe
6 stelle

Questo film racconta gli ultimi quattro giorni di Benito Mussolini, sullo sfondo dell'insurrezione del 25 Aprile 1945 e dei giochi di potere che, a guerra non ancora finita, gia' dividevano i vincitori. L'attinenza alla realta' storica e' stata, per quanto so di quegli eventi, rispettata. Il regista inizia il racconto nel momento in cui un ufficiale delle SS diffida Mussolini dal compiere azioni avventate, lasciando comprendere come egli sia un fantoccio nelle mani dei tedeschi; successivamente, lo segue nelle infruttuose trattative mediate dal cardinale Schuster; nelle tappe della fuga da Milano insieme a Claretta Petacci e molti gerarchi, durante la quale mostra di aver compreso, dall'esiguita' delle forze fasciste che incontra sul territoro, come ogni speranza di resistere sia vana; come egli sia catturato dai partigiani di Dongo, sul percorso per la Svizzera; infine della sua breve prigionia, che si conclude con la fucilazione, insieme all'amante. Queste fasi sono intervallate da sequenze che mostrano le macchinazioni e le trattative volte a mettere le mani sul Duce, un prigioniero che tutti vorrebbero poter "esibire". Frange del C.L.N., tuttavia, ritennero che se ci si fosse lasciata sfuggire l'occasione di giustiziare Mussolini, cio' non sarebbe stato piu' possibile. Un'opinione, questa, condivisa dal "Colonnello Valerio", il capo partigiano incaricato dell'esecuzione, compito che esegue con determinazione. Oltre a questo contesto, di caos ideologico e politico, il regista ha un moderato interesse verso la persona di Mussolini. Tramite le voci dei partigiani che lo hanno in custodia, muove delle precise accuse verso il capo del fascismo, quali l'aver soppresso le liberta', l'aver trascinato l'Italia in una guerra di aggressione, e quant'altro, che ben conosciamo. Dall'altra parte c'e' un uomo deluso ed ormai stanco. Il Mussolini del film, nonostante l'abitudine al comando e la reverenza che gli porta chi entra in contatto con lui, non e' piu' che un fantoccio, trascinato dagli eventi che anch'egli, con ben altre speranze, aveva contribuito a generare; non controlla nulla. Forse consapevole del rischio che corre, dopo il crollo delle ultime illusioni - le schiere di fedeli promesse dal gerarca Pavolini sono un pugno di ragazzini; la Svizzera gli rifiuta asilo - si rassegna alla sorte, dopo essere stato catturato, nonostante il tentativo di proseguire la fuga travestito da soldato tedesco. Qua e la' sono inserite scene che lo ritraggono trionfante, o comunque decisivo, in momenti di particolare importanza e gravita' del recente passato, a contrasto con la passivita' degli ultimi suoi giorni. Non ho trovato eccezionale l'interpretazione di Rod Steiger; il "suo" Mussolini sembra assumere espressioni distratte, vacue; a volte e' tronfio. Infine, scivola nell'indifferenza. Discrete interpretazioni per Franco Nero, nei panni del determinato capo partigiano incaricato dell'esecuzione e per Lisa Gastoni, una Claretta Petacci possessiva e fedele al suo amante - nel quale ripone cieca fiducia - tanto da condividerne la sorte. Il regista Carlo Lizzani sceglie la via dell'obiettivita'; le sue critiche al personaggio non sono un granche' approfondite, ed in linea con la storiografia dominante. E' pero' molto bravo nel descrivere il contesto degli ultimi giorni della Guerra di Liberazione, rappresentandone alcune persone-simbolo; le varie anime del movimento partigiano gia' in contrasto tra loro, i "burocrati" del governo di Roma, gli ultimi fascisti in divisa, i tedeschi e gli americani, estranei e disinteressati alla sorte dell'Italia e, infine, gli spettatori e spesso vittime della guerra, gli inermi contadini, disposti a condividere quel poco che hanno anche con chi, mediante la propria posizione di potere, ha contribuito alla loro miseria. Una discreta ricostruzione degli ultimi giorni di un'epoca, effettuata con particolare cura per l'aspetto documentaristico e forse per questo motivo non molto emozionante e coinvolgente; merita comunque la visione, per chi s'interessa di storia e di cinema bellico.

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