Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film
Cronistoria degli ultimi giorni di vita di Benito Mussolini (e Claretta Petacci), quando tentò di riparare in Svizzera ma, fermato da una brigata partigiana e riconosciuto sotto un'uniforme tedesca, venne catturato, tenuto prigioniero qualche giorno ed infine giustiziato.
Carlo Lizzani, che scrive anche la sceneggiatura con Fabio Pittorru, basata sui resoconti ufficiali, dirige un film abbastanza freddo su un argomento che potenzialmente era così coinvolgente, quanto poteva essere la fine di un uomo che segnò (in negativo) più di un ventennio di storia del nostro paese del secolo scorso.
L'eccesso di zelo ed il tentativo di essere il più fedele possibile ai fatti narrati ha fatto perdere di vista all'autore altri elementi della creazione filmica, che fan si che un'opera acquisti spessore e drammaticità: il risultato quindi, sebbene il film è accurato nella ricostruzione filologica (ma alcuni hanno avuto da ridire sulla dinamica dell'uccisione di Mussolini e la Petacci che, secondo Lizzani, frapponendosi tra lei e il partigiano che spara, muore accidentalmente), possiede bei costumi, valorizzati dalla fotografia di Roberto Gerardi, che mette in contrasto la cupezza dei grigi delle uniformi tedesche con i rossi dei partigiani, e si avvale di un cast di rilievo e ben diretto - Rod Steiger, in un'interpretazione molto criticata ma per me convincente negli scomodi panni di un Mussolini pensieroso, l'elegante Lisa Gastoni nella parte della sua ultima compagna di vita, Franco Nero in quelli del loro giustiziere e, in una breve apparizione, Henry Fonda nelle vesti del cardinal Schuster - non suscita grandi emozioni, rimanendo nell'alveo dell'opera divulgativa.
Il Mereghetti, giudicandolo in modo molto negativo (1 stella e ½), gli imputa la 'colpa' della mancata narrazione dei successivi fatti di Piazzale Loreto, suggerendo un tentativo del cineasta, partigiano all'epoca e poi fervente comunista, di occultare tali scottanti vicende, ma la tesi mi pare azzardata: in primo luogo, perché ritengo che chiudendo bruscamente il film con la fucilazione - girata con toni secchi e precisi, la migliore scena del film - Lizzani abbia voluto simboleggiare la fine di un'epoca; in secondo luogo perché penso che qualsiasi persona dotata di una minima preparazione storica sappia cosa sia successo dopo e tragga le sue considerazioni, indipendentemente dal finale del film.
Voto: 6.
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