Regia di Randall Wallace vedi scheda film
Libera trasposizione da 'Il visconte di Bragelonne', questo 'La maschera di ferro' nulla aggiunge di nuovo alle tante versioni precedenti ma nemmeno sfigura: è diretto con la tipica magniloquenza hollywoodiana da Randall Wallace (già sceneggiatore di 'Braveheart' e qui al debutto dietro la macchina da presa), con scene in cui oltre all'illustrazione della trama si deve, in ogni caso, stare attenti a fare sfoggio dei tanti denari impiegati negli sfarzosi costumi (James Acheson), nelle sfavillanti scenografie (Anthony Pratt), nelle location immense, il tutto illuminato dalla scintillante fotografia del cronenberghiano Peter Suschitzky.
L'operazione non brilla certo per originalità - va da sè che si tratta dell'ennesima versione dei romanzi di Alexandre Dumas padre dedicati alle vicende che ruotano attorno ai Moschettieri - e per la ricercatezza di una messa in scena che abbia un'impronta autoriale, ma almeno riesce a coinvolgere e divertire, pur con qualche pausa e scelte del cast un po' azzardate, come l'affidamento del ruolo di D'Artagnan a Gabriel Byrne, il meno dotato, tra i quattro coinvolti nei panni dei Moschettieri (gli altri sono Gerard Depardieu (lo strabordante Porthos), Jeremy Irons (l'ascetico Aramis) e John Malkovich (il tranquilllo Athos), tutti impeganti in interpretazioni di routine ma più convincenti del collega), di quella personalità e del necessario carisma per impersonare la figura-chiave intorno a cui ruota tutta la vicenda, per arrivare a Leonardo Di Caprio, reduce dal clamoroso successo di 'Titanic', ma più a suo agio nell'alter ego buono, Filippo, più che nel suo 'lato oscuro' Luigi. Semplicemente di contorno le attrici donne, come Anne Parillaud nel ruolo della regina Anna e Judith Godrèche nel ruolo della sfortunata Christine.
Durata spropositata - oltre le due ore - e quindi, nel complesso, un romanzone che si lascia vedere, pur con più di una riserva, che assolve il compito prefissato di intrattenimento popolare.
Voto: 6 (v.o.s.).
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