Regia di Luigi Vanzi vedi scheda film
Tebe è sotto scacco: Sparta tiene il comando militarmente con Alcisso, e un gruppo di sette tebani decide di guidare la città alla ribellione. Diomede è però catturato e i suoi sei alleati si vendono al tiranno. Anche da prigioniero, l’eroico Diomede non si arrende.
Già assistente di – fra gli altri – Zurlini (Le ragazze di San Frediano, 1955) e Antonioni (Le amiche, 1955, e Il grido, 1957), Luigi Vanzi arriva in realtà alla regia un po’ per caso, occupandosi di un lavoro sostanzialmente di montaggio quale Il mondo di notte (1960), fra i primissimi mondo movie, e realizza quindi, quattro anni più tardi, la sua opera prima vera e propria con questo Sette a Tebe. Già dal titolo si intuisce che si tratta di un sandalone, di una pellicola in costume antico fatta di sentimenti forti e facili, eroi coraggiosi e spavaldi, torti da rimettere a posto e lieto fine incorporato come è nella tradizione del filone; nel 1964 siamo agli sgoccioli per questo tipo di lavoro e, in effetti, non si può nemmeno dire che Sette a Tebe goda di un budget considerevole: la modestia poveristica del lavoro è l’unica conseguenza possibile. Fra gli attori in scena troviamo Andrè Lawrence, Lena Von Martens, Burt Plesher, Raf Baldassarre, Loredana Nusciak e Mariangela Giordano (alias Mary Jordan): un cast adeguato alla situazione; coproduzione fra Italia e Francia con collaborazione della jugoslava Avala Film, con tipica firma sotto pseudonimo da parte del regista, che qui adotta il nome d’arte di Roy Ferguson. Soggetto di Anna Crooks e sceneggiatura di Jone Mang, chiunque essi siano. 2,5/10.
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