Regia di Angelo Longoni vedi scheda film
Cinque soldati rimangono in punizione in caserma durante una lunga e calda domenica estiva. Ognuno ha ragioni per rammaricarsi, specie Tonino che non può avvertire la fidanzata che mancherà all'appuntamento con lei. Intanto il più anziano, Franco, decide di farla pagare agli altri quattro.
Attivo principalmente in teatro nella duplice veste di drammaturgo e di regista, Angelo Longoni negli anni Novanta comincia a frequentare anche il cinema; questa è la sua quarta pellicola in cinque anni, tratta da un suo testo teatrale con una sceneggiatura che Longoni firma insieme a Massimo Sgorbani. Si tratta, come è chiaro fin dal titolo (naja è un termine gergale per indicare il servizio militare), di un film ambientato in caserma, non privo di chiare denunce di un mondo sommerso fatto di violenza, smarrimento e prevaricazione, interessante set per un'opera che può contare nel suo cast su una nutrita serie di giovani - chi più e chi meno - interpreti dal luminoso futuro: Enrico Lo Verso, Stefano Accorsi, Claudia Pandolfi, Francesco Siciliano, Giorgio Caputo, Adelmo Togliani, con ruoli anche per Paolo Triestino e Pietro Genuardi. Non si raggiunge la profondità dello sguardo di Soldati 365 all'alba (Marco Risi, 1987), ma gli argomenti in ballo sono quasi altrettanto tosti, con un finale espressamente tragico; forse una drammatizzazione meno esasperata avrebbe giovato, così come sarebbe stata più apprezzabile una mano maggiormente esperta dietro la macchina da presa. 3,5/10.
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