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Boogie Nights. L'altra Hollywood

Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film

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La recensione su Boogie Nights. L'altra Hollywood

di Antisistema
9 stelle

Di pellicole sull'ascesa e declino di una star se ne sono fatte a decine e tutt'oggi è un filone ampiamente battutto, anche perché tutti noi nella vita abbiamo un apice dopo il quale poco a poco comincia il declino. Paul Thomas Anderson già ad inizio anni 2000, veniva considerato dalla critica europea come l'unico vero autore americano sorto negli anni 90', in un cinema come quello a stelle e strisce che andava sempre più commercializzandosi a seguito della deriva dei blockbuster tutti effetti speciali e zero contenuti, forse il giudizio era troppo eccessivo visto che comunque dei registi interessanti c'erano come Tarantino, i Coen e Spike Lee, senza contare che è proprio con gli anni 90' che registi come Bigelow o Michael Mann esplodono come autori, ma fatto sta che Anderson comunque già era considerato come il migliore e vedendo questo Boogie Nights - L'altra Hollywood (1997), se me comprende benissimo il motivo; alcuni generi sono stati se non rivalutati dalla critica comunque tenuti maggiormente in considerazione come ad esempio la commedia ed i suoi derivati, ma sicuramente un genere tra tutti come il porno sarà sempre schifato e bistrattato da tutti, perché in fondo siamo tutti una massa di ipocriti moralisti che nel privato ci crogioliamo della nostra nudità ma in pubblico condanniamo la sessualità vivendola ancora come un tabù, in pratica schifiamo ciò che nel privato facciamo tutti. La genialità del regista è nel tirare fuori un soggetto da questo ed ambientare alla fine degli anni 70' l'ascesa del giovane Eddie (Mark Wahlberg), nel mondo del cinema porno grazie alla scoperta da parte del famoso regista hard Jack Horner (Burt Reynolds), il quale è affascinato dalle notevoli dimensioni del pene del ragazzo, prevedendo un grande futuro per lui.

 

Mark Wahlberg, Burt Reynolds, Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman, John C. Reilly, William H. Macy, Ricky Jay, Jack Wallace, Nicole Ari Parker

Boogie Nights. L'altra Hollywood (1997): Mark Wahlberg, Burt Reynolds, Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman, John C. Reilly, William H. Macy, Ricky Jay, Jack Wallace, Nicole Ari Parker

 

Altman, Scorsese ed in parte Tarantino sono i tre espliciti modelli a cui Anderson si rifà per girare questo film, la narrazione si sviluppa in modo corale abbracciando i vari membri della "famiglia allargata" di Jack Horner composta da varie figure come le pornodive Amber Waves (Julianne Moore) e la giovane Rollergirl (Heather Graham), l'aiuto regista Little Bill (William H. Macy), l'attore occasionale Reed, il tecnico del suono Scotty J. (Philip Seymour Hoffman) e l'attore di colore Buck (Don Cheadle); tutte figure a loro modo outsider i cui ritratti umani risplendono tramite dei complessi quanto lunghi piani sequenza che ci introducono nelle loro vite poste ai margini di ciò che è rispettabile, proprio come lo Scorsese di Quei Bravi Ragazzi (1990), non rinunciando anche ad inserzioni pulp di chiara matrice tarantiniana. Sicuramente tutta la prima parte della pellicola e poco oltre, risulta essere la più riuscita, non tanto nei meccanismi di ascesa alla fama che seguono lo schema prestabilito, ma per via della fantastica regia e l'originalità del soggetto che affronta la materia senza alcun moralismo di sorta. Anderson è un regista nient'affatto snobbone, per lui conta la bellezza del film e non importa che finalità abbia, fosse anche il porno che incredibile a dirsi oggi, negli anni 70' al cinema con opere come Gola Profonda (1972) , The Opening Misty of Beethoven (1977) e Barbara Broadcast (1977), le quali sfruttavano il genere per imbastire discorsi più ampi del mero amplesso, ottenendo gran successo di pubblico al cinema, Jack Horner ha l'ambizione quindi di realizzare un giorno una vera e propria pellicola con tutti i crismi che renda giustizia alla sua professione, battendosi fortemente contro i finanziatori che non vedono più nel porno un futuro cinematografico ma solo in videocassetta.

 

 

Mandare un film al cinema presuppone determinati standard tecnici e di costi, ma in cambio ha una diffusione più ampia e la sala cinematografica essendo rito collettivo, può contribuire a rendere ciò che è immorale molto più accettabile e perché no, anche a far progredire nei costumi la società che non percepirà più il sesso come tabù e roba da pervertiti.

Preannunciato da un inizio drammatico, gli anni 80' spazzano via tutto questo, relegando il porno nel mercato delle videocassette, eliminandolo dalle sale; da Carter siamo passati alla presidenza Reagan, tutto ciò che è scomodo deve sparire, così il porno finisce rilegato nelle case e come tutto ciò che viene vissuto di nascosto, viene visto con sospetto e scetticismo dalla società.

Tramite uno stupendo montaggio alternato Anderson mostra il declino artistico di Eddie con lo scortese trattamento riservato da un ragazzo a Rollergirl, il tutto con un rintocco incessante funebre di sottofondo, il porno è morto, ciò che sino a poco prima veniva visto in sala senza troppi moralisti, si scontra con un clima nettamente cambiato se non apertamente ostile, chi lo fruisce ancora se ne frega della scadente qualità video o audio, l'importante è solo la scopata e basta, giusto il tempo di farsi un paio di seghe davanti allo schermo e via. Forse il porno d'autore è una chimera, perché i prodotti hanno bisogno di un pubblico recettivo per essere fruiti e compresi appieno, la ricerca di Jack Horner non può che concludersi quindi con uno scacco amaro, il porno verrà sempre e solo visto come una mera scopata e nella società Reganiana, conta solo l'atto sessuale come fornicazione, senza alcuna ricerca della costruzione progressiva del piacere e suscitare il piacere nello spettatore poco a poco, tutto e subito in pratica, l'edonismo alla massima potenza che ha finito con il cambiare irrimediabilmente anche un genere considerato ai margini che oramai ha perso anche la sua dignità di essere un qualcosa di alternativo e anti-conformista.

 

 

Indubbiamente la pellicola soffre di più nella seconda parte, specia nella sequenza della truffa con la droga, la quale poco a poco diviene una digressione sin troppo ampia finendo con il divenire troppo avvulsa dal tono generale della narrazione, sembrando più un tentativo di seguire la moda del momento imposta da Tarantino con Pulp Fiction (1994) e suoi figliocci, che una scelta personale e meditata da parte del regista, che nel film è stato si influenzato da Altman e Scorsese anche, ma aveva rielaborato tali modelli in modo più accorto e naturale, toccando l'apice con l'interesante guizzo di rendere il pene di Eddie una sorta di mcguffin, da cui tutti sono affascinati, ma lo spettatore non vede praticamente mai, scelta interessante per un film che è ambientato nel mondo della pornografia. 

Un sentito tributo ad un mondo che non c'è più, ritratto con un rigore Atmaniano nel descrivere le mutazioni sociali e di percezione del genere nell'arco di poco meno di 10 anni, con uno sguardo non troppo nostalgico, ritraendo in fondo i personaggi per quello che sono, dei perdenti con le loro debolezze; Ambra una drogata a cui viene negato di vedere il figlio, Little Bill una persona umiliata dalla lascivita' della moglie, Jack Horner un frustrato nelle proprie ambizioni artistiche e Scottiy J eternamente represso dalla propria sessualità e che svolge un lavoro dove l'eterosessualita' è marcata.

Un affresco di un'epoca oramai terminata, non troppo nostalgico e messo in scena volutamente con dialoghi che non cercano un'elaborazione stilistica o contenutistica, proprio come il genere richiedeva, poiché in questi film ogni chiacchiera con i suoi goffi doppi sensi e dalla sgangherata recitazione, vuole solo arrivare al dunque. Costato 15 milioni, il film ne ha incassati circa 45, ottenendo il non scontato plauso della critica e ben tre nomination agli Oscar per la miglior sceneggiatura, attore non protagonista (Burt Reynolds) e attrice non protagonista (Julianne Moore) non vincendo ovviamente nulla perché era l'anno di Titanic, comunque sia non vi spaventate per via dell'argomento trattato perché Anderson riesce ad unire satira, commedia, dramna, tragedia e redenzione in un piccolo capolavoro molto più riuscito dell'osannatissimo film di Tarantino C'era una volta a Hollywood (2019), come descrizione della fine di un'epoca.

 

Heather Graham

Boogie Nights. L'altra Hollywood (1997): Heather Graham

 

Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297

 

 

 

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