Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film
«Quand'ero piccolo
Tutti mi scherzavano
Per le dimensioni del mio pene
Ed io non stavo bene
Soffrivo le pene
Per colpa del pene
Ma piu' il problema non si pone
Si' perche' il pene mi da' il pane
Son diventato un grande attore» (Elio e le Storie tese, John Holmes). Intorno a questi trenta (o, come sostiene lui, 33) centimetri «di dimensione artistica», il superdotato Eddie, alias Dirk Diggler, si costruisce una carriera nel cinema. Cinema porno, ma pur sempre cinema, sdoganato perfino dal Mereghetti, che ha dato ad un film di Gerard Damiano la stessa valutazione in stelline del Settimo sigillo di Bergman. In realtà il ragazzo non sa fare niente - a parte, ovviamente, far muovere l'attrezzo - ma, come dice lui, ci dà dentro. Attraverso la storia del giovanotto, e del mondo che intorno a lui fa "perno", Anderson racconta un passaggio d'epoca, quello dalla carne degli anni Settanta alla plastica degli anni Ottanta. Il giovane regista americano in parte si differenzia dall'imperante modello tarantiniano (com'è stato evidenziato, guarda forse più ad Altman e Scorsese), per altro verso non può fare a meno di proporre momenti che si apparentano a quello stile, come la sparatoria nel negozio di dolci e la discussione sui brani musicali nelle cassette.
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