Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
"Aprile" necessita di rivalutazione, almeno da parte dei critici che, all'epoca, lo stroncarono. In realtà è una riuscita fusione di narrazione pubblica e privata. Le parti più riuscite sono, secondo me, quelle relative a quest'ultimo aspetto, perché presentano il Nanni Moretti (ormai non ha più bisogno dell'alter ego Michele Apicella, che reca il cognome della mamma) nevrotico e quasi paranoico delle prove precedenti. La struttura episodica, quasi rapsodica, ricorda addirittura "Ecce bombo" (1978) e mostra come, nella vita del regista, gli aspetti privati ed intimi prevalgano ormai su quelli pubblici: il documentario sull'Italia politica non sarà mai realizzato. Ed anche il musical sul pasticcere trotzkista - argomento che si spera Moretti non tiri più fuori, perché ha francamente stancato - è destinato a restare un bel sogno. Più riuscito del sopravvalutato "Caro diario" (1993), "Aprile" è godibile per almeno due terzi, laddove il film precedente era invece estenuato in diversi momenti. E' rimasto ormai famosissimo l'invito a D'Alema a dire "qualcosa di sinistra" nel dibattito televisivo con Berlusconi, ma sono veramente esilaranti gli stravolgimenti delle regole del manuale della puerpera, il rifiuto di ascoltare la moglie quando parla del dolore del parto ed alcune frasi (del tipo "chiederò di entrare in sala parto. Spero che mi dicano di no") che confermano tutte le nevrosi e le idiosincrasie dell'uomo-personaggio Nanni Moretti.
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