Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
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Un brillante procuratore impegnato nel mondo del basket, deve affrontare un periodo molto particolare legato ad un prolungato sciopero dei più noti giocatori delle principali squadre della lega.
Da una parte l'uomo deve cercare di far finire questo periodo di stasi, per rimettere in moto quella macchina da soldi che è il mercato dei giocatori tra le squadre del campionato di serie A, ma dall'altro egli deve anche persuadere i giocatori per cui si batte e lavora, che egli si sta adoperando per tutelarli ed assicurare ad ognuno di essi la migliore soluzione delle trattative.
Utilizzando l'abile sceneggiatore di Moonlight di Barry Jenkins, ovvero Tarell Alvin McCraney, Steven Soderbergh, che come in Unsane continua a girare tramite la tecnologia leggera e mobilissima di un Iphone, e che appare attivissimo al cinema oggi, nonostante le suoi ripetuti proclami di ritiro da questo mondo alla soglia, ormai ampiamente decorsa, delle 50 primavere (scoccata nel 2013 dopo Dietro i candelabri, ma vanificata già nel 2017 con La truffa dei Logan), gira un film tutto dialoghi arguti e potenti in grado di immergerci in un mondo che, pur non interessandoci granché in prima persona, né a livello di sport, né a livello di principio, riesce comunque a scandagliarne in modo coinvolgente tutte le dinamiche e a rendere la materia decisamente più attraente di quanto ci si sarebbe mai potuto aspettare.
Riprese leggere e fluide grazie al piccolo congegno telefonico di grande precisione ed affidabilità, almeno tra le mani dell'eccellente e scaltro come il diavolo Soderbergh, che conosce il sistema per proporsi al pubblico nei toni e nelle forme migliori, anche con le tecnologie più all'avanguardia e sofisticate, pur adattate da strumenti originariamente votati ad altri utilizzi.
Tra gli attori coinvolti, davvero eccellenti, Andre Holland visto in Moonlight e nel serial dello stesso Soderbergh The Knick, nel ruolo del procuratore protagonista, e Sonja Sohn, in quello dell'agente di alcuni campioni, sono straordinari, ma, tra gli altri, riconosciamo anche il "vecchio" Bill Duke nel ruolo di uno storico allenatore di razza, ruvido ma corretto, e ottimi interpreti come Zachary Quinto e Kyle MacLachlan, inquietante manager-prestigiatore di quel mondo scaltro e tattico che è la realtà dello sport dietro le quinte.
La vicenda è scandita alternando lo sviluppo dell'intrigo con le interviste a veri giocatori NBA come Reggie Jackson e Donovan Mitchell, che, sguardo sulla telecamera (dell'Iphone), ci svelano sulle proprie esperienze di vita vissuta il rapporto che si instaura tra la lega professionistica americana e gli studenti che questi reclutano dai vari licei ed università con le note borse di studio "all american style".
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