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Panama Papers

Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film

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La recensione su Panama Papers

di mm40
7 stelle

Un uomo muore nel naufragio di un battello; la moglie, di fronte a un risarcimento ridicolo, decide di far causa all’assicurazione della ditta di trasporti responsabile del battello. Tutto inutile, perché dietro alla società c’è un’altra società fantasma, che sta dentro a un’altra ancora e così via.

È un Soderbergh ‘politico’ che non ti aspetti, quello di Panama papers; in apparenza si tratterebbe di un film d’azione ambientato in scenari esotici con un cast stellare – e tutto in effetti questo c’è, ma c’è anche molto altro qui: dietro alla pellicola si ritrova infatti un preciso discorso civile ‘smascherato’ (in senso lato e concreto) nell’ottima sequenza conclusiva, e a conti fatti non può sorprendere che un regista poliedrico, sperimentatore e che ha già comunque dimostrato il suo lato impegnato (ad es. con i due film sul Che: L’argentino e Guerriglia) licenzi una regia simile. Un metafilm, innanzitutto, con due eccellenti pigmalioni a introdurci nella storia: Gary Oldman e Antonio Banderas; il ritmo è altissimo, la trama prende rapidamente piede anche grazie a una serie di interpreti – Meryl Streep in primis – azzeccati e a un montaggio (dello stesso Soderbergh, sotto lo pseudonimo Mary Ann Bernard) serratissimo, per poi disperdersi in mille rivoli come le mille scatole-dentro-altre-scatole che costituiscono il cuore dei Panama papers. Lo scandalo ebbe luogo nell’aprile del 2016, rivelando importanti connessioni fra politica e ‘finanza creativa’, quando non semplicemente criminale, a livello planetario: questo film può essere a buon diritto etichettato come instant movie e prende le mosse dal libro Secrecy world del giornalista Jake Bernstein. Fra gli altri interpreti: David Schwimmer, Sharon Stone, James Cromwell, Jeffrey Wright e Larry Clarke. Confezione impeccabile anche grazie alla fotografia coloratissima a cura dello stesso regista (stavolta sotto lo pseudonimo Peter Andrews); se la trama è avvincente, il finale – lungi dal minimizzarne la portata, svelandone la finzione – è semplicemente esaltante. Intrattenimento e contenuti si fondono a perfezione insieme. 7,5/10.

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