Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
Di film su bolle finanziarie e "invisibilità" economiche ne esistono tanti, da Big Short fino a Margin Call, quindi Soderbergh con The Laundromat non fa altro che dire la sua, e dirla a suo modo. Si parla tanto nel film di Soderbergh, e ci si parla tanto addosso: alla maniera di McKay, vengono spiegati meccanismi finanziari anche abbastanza complessi direttamente allo spettatore tramite i monologhi di Gary Oldman (strepitoso) e Antonio Banderas (sottotono), che passano da un set all'altro per illustrare, esporre e sicuramente straparlare. Ma fa parte del gioco, e comunque sono monologhi ben intrecciati nel tessuto (anti)narrativo del film, divisibile in tre episodi principali incorniciati appunto dagli spiegoni e dai titoli di 5 capitoli denominati "Segreti". Il gioco arriva a tal punto però che narrazione e cornice cominciano a confondersi, ed è qui che sta l'aspetto più interessante dell'ultima opera del regista americano: la liquidità e l'invisibilità del denaro diventano per effetto domino liquidità e invisibilità del Cinema, dei livelli di realtà e dei livelli di Cinema in sé e per sé. Soderbergh, si sa, è un maestro del "gioco teorico" al Cinema (tranne quando non si ferma e ragiona su discorsi più sottili e raffinati come nelle due stagioni capolavoro di The Knick), e qui il gioco è portato a livelli quasi nauseabondi, a stressare il Cinema e i suoi costrutti più classici. Salvo poi non essere mai realmente disorientante poiché gli intenti sono subito urlati, e mostrano la loro stessa natura artificiosa - questa è sincerità d'intenti o alibi per semplificare il minestrone? Inoltre, il gioco divistico (Meryl Streep, sembra strano a dirsi ma è così, mai vista in una parte del genere) finisce per ritorcersi contro la statura di tutta l'operazione, diventando un fattore di troppo, ancor più ludico e spregiudicato per Soderbergh ma poco divertente per lo spettatore.
Il gran finale comunque è un riassunto di tutto questo tipo di Cinema: Cinema non facilissimo ma facile, non estremo ma più estremo della media, apparentemente complicato ma in realtà galvanizzante, diretto, ad effetto. Capace di farti alzare ed esultare dimenticandoti del poco entusiasmo che fino a quel punto magari avevi maturato. Furbo.
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