Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
USCITO SOLO NEI CINEMA DEGLI STATI UNITI
VISTO SU NETFLIX NEL DICEMBRE 2022
“Il problema è che, nella maggior parte dei giochi, perché qualcuno vinca qualcun altro deve perdere”. Vale anche nel grande gioco della vita in cui a fare la differenza è non solo la quantità di denaro che una persona possiede ma, soprattutto, quante regole del gioco è pronta a infrangere per conservarla o farla aumentare sempre di più. È il succo della storia - ispirata a fatti realmente accaduti – raccontata in questa pellicola di Steven Soderbergh (premio Oscar 2001 per il bellissimo Traffic), scritta da Scott Z. Burns (alla quarta sceneggiatura per S.S.) che si è ispirato al libro (intitolato Secrecy World: Inside the Panama Papers Investigation of Illicit Money Networks and the Global Elite) del giornalista e analista di mercato finanziario Jake Bernstein, sullo 'scandalo Panama Papers'.
Scoppiato nel 2016, il raggiro andato in scena nella repubblica dell’America Centrale vide la pubblicazione di oltre undici milioni di documenti creati e prelevati dall’ex studio legale offshore panamense e fornitore di servizi aziendali, Mossack Fonseca, su oltre duecentomila società ‘fuorisede’, alcune delle quali sarebbero “state utilizzate per scopi illegali, inclusa la frode, l’evasione fiscale" e l’elusione delle "sanzioni internazionali” (fonte Wikipedia.it). L’opera di Soderbergh tenta di ricostruire, in un misto di commedia un po’ grottesca, biopic e finzione documentaristica, il caso dei Panama Papers e parte dal racconto della vicenda personale di un'anziana che perde il marito in un incidente nautico imprevedibile e scopre che la compagnia di navigazione non è coperta da assicurazione perché la società che avrebbe dovuto garantire per le spese derivanti da eventuali disgrazie è solo il paravento per attività illecite e in particolare per il riciclaggio di denaro. Il tutto supervisionato dallo spregiudicato e spavaldo studio capeggiato dai due avvocati Jürgen Mossack (figlio di un ufficiale nazista, cfr. Wikipedia) e Ramón Fonseca.
Il film sceglie di puntare su un tono canzonatorio e un po’ grottesco in particolare attraverso la narrazione fatta proprio dai due main villain – i furfanti principali. Con i loro abiti eleganti i due faccendieri si rivolgono direttamente allo spettatore e narrano le proprie malefatte nel tentativo di farle passare semplicemente per uno spudorato ‘così fan tutti’ che regola una cospicua parte dell’economia statunitense e mondiale. Il problema è che il tentativo di buttarla sul sarcasmo funziona solo a sprazzi e, nel complesso, rende caotico e sempliciotto il racconto dei fatti. Si può parlare di un eccesso contrario a quello delle pellicole che scivolano sul prendersi troppo sul serio. Qui gli avvenimenti presi in esame sono accaduti per davvero e chi guarda si aspetta che, a un certo punto, anche il film la smetta di gigioneggiare.
IL CAST:
- Gary Oldman (fra i protagonisti di Confini e dipendenze, 2021, commentato di recente) è Jürgen Mossack, uno dei due legali farabutti succitati. La parte è decisamente penalizzante per un attore con le sue potenzialità, che solo in pochi momenti della pellicola ha la possibilità di attingere un minimo dal proprio repertorio.
- Antonio Banderas (lo vedremo a breve nel cast di Indiana Jones e la Ruota del Destino, 2023, nuovo capitolo dell'amata saga) veste i panni dell’altro avvocato, Ramón Fonseca. Per lo spagnolo di Malaga valgono le considerazioni fatte sul collega londinese, con la differenza che, a mio parere, Banderas ha fiches meno pesanti da puntare sul tavolo della recitazione e quindi risulta ancor più fuori ruolo.
- Meryl Streep (ammirata qualche anno fa anche in The Post, 2017) - una garanzia come sempre - interpreta la bellezza di tre personaggi, anche se il ‘se stessa’ del finale è giusto un cammeo. La tre volte premio Oscar (con il record di ventuno nomination) è la protagonista della storia, Ellen Martin, in una prima fase sopraffatta, oltre che dal lutto, anche dalla presa di coscienza dell’impossibilità di essere risarcita e di potersi, quindi, consolare con una nuova esistenza oltre il dolore. L’interprete del New Jersey si sintonizza col timbro generale dell’opera, in un misto di drammaticità e canzonatura. Al punto di darsi disponibile anche per un secondo personaggio quasi irriconoscibile – grazie a un maquillage pesante – ma determinante nella soluzione dell’intrigo.
- Jeffrey Wright (visto di recente nel drammatico ma zoppicante All Day and a Night, 2020) è Malchus Irvin Boncamper, lestofante prestanome della compagnia assicurativa fuorilegge e mistificatore anche nella vita privata. Una piccola parte per il bravo e simpatico attore di Washington che resta un po’ penalizzato.
Citazione doverosa per il vero e proprio ‘trafiletto’ di Sharon Stone, agente immobiliare bonazza un po’ stagionata al servizio dei miliardari; per la breve partecipazione dell’instancabile James Cromwell che incarna Joe Martin, sfortunato marito di Ellen; per il contributo incisivo di Nonso Anozie che personifica il milionario Charles, senza scrupoli anche nel corrompere moglie e figlia pur di continuare a fare i propri comodi.
Questo ventottesimo lungometraggio di Soderbergh ha comunque il merito di metterci a parte con coraggio e originalità, di una faccenda scottante, di cui forse non si è parlato abbastanza, vista la certezza che le pratiche illegali che la identificano siano tutt’oggi assai in voga in tutto il pianeta.
Voto: 6,7
Rivedibilità: 4/10
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