Regia di John Farrow vedi scheda film
Un giocatore d’azzardo con la necessità di cambiare aria viene pagato profumatamente per andare in Messico a compiere una missione imprecisata, che poi si chiarisce: un gangster vuole assumere la sua identità per rientrare negli Stati Uniti, da dove è stato espulso. Prima parte simil Casablanca, con un luogo di passaggio frequentato da personaggi equivoci; seconda parte più tesa e movimentata ma anche più divertita, con Vincent Price in un ruolo insolitamente leggero (un attore gaglioffo che cerca inutilmente di divorziare e cita Shakespeare in continuazione) che grazie alla sua passione per la caccia diventa il deus ex machina. Ad accrescere lo straniamento ci sono anche un Robert Mitchum astemio (!) e un Raymond Burr che parla con accento siciliano. Ma due ore sono troppe per un soggetto simile, e vengono raggiunte solo grazie all’inserimento di complicazioni e lungaggini eccessive (quanto tempo ci mettono a fare un’iniezione letale a Mitchum prima che i nostri arrivino a salvarlo?). Considerata la coppia di protagonisti, può essere visto come la prova generale di L’avventuriero di Macao.
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