TFF 37 - FESTA MOBILE
Una vecchia volpe inglese da decenni operante nel fruttuoso settore degli imbrogli ai danni del ceto abbiente ma un po' ingenuo, è ora all'opera cercando di ammaliare una vedova conosciuta in una chat, alla quale il vecchiaccio tenta di spillare tutto il patrimonio, cointestandosi gli investimenti della donna, dirigendoli verso un promotore finanziario connivente con il truffatore.
Tuttavia non sa, il nostro genio della truffa, che a volte i predatori possono trasformarsi in prede, soprattutto se, alla base di tutto, ci sono fondati e drammatici motivazioni molto personali che risalgono e si riflettono, come in questo caso, sui tempi cupi e strategici che ridisegnarono il volto dell'Europa nel secolo passato.
Giostrato con un thriller ad effetto che tuttavia non appare per nulla sorprendere nel suo sviluppo piuttosto facilmente prevedibile, diretto in modo impeccabilmente scontato da quel Bill Condom che non è mai più riuscito ad eguagliare i livelli qualitativi del suo eccellente Demoni e dei di oltre un ventennio orsono, The Good Liar è una operazione a tavolino che si persuade di riuscire a farsi bella semplicemente utilizzando due grandi attori navigati e pluripremiato.
Ma se Helen Mirren, ammettiamolo, non azzecca un buon film ormai dai tempi del suo Oscar, e la rimpiangiamo dai tempi - era fine anni '80 se non vado errato - in cui si mangiava il marito cucinato dall'estroso cuoco del ladro nello splendido film di Greenaway, Ian McKellen non riesce, da parte sua, a convincerci con le moine ed i tic del suo improbabile personaggio di truffatore incallito ed indefesso.
Ma è proprio la scrittura del film - tutta protesa a creare sorprese e trabocchetti imprevedibili al servizio di un pubblico che, al contrario, difficilmente riesce invece a farsi trovare impreparato e disposto supinamente a stare al gioco - a non convincere, e a mostrarsi piatta e costruita a tavolino a beneficio esclusivo di sceneggiatori che si girano la frittata ovunque venga loro più comodo per far convergere, non senza mille artifici, tutto verso un epilogo rassicurante ed inverosimilmente risarcitorio.
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