Regia di Francesco Miccichè, Marco Spagnoli vedi scheda film
L’orrore delle persecuzioni razziali volute dal fascismo in Italia fra il 1938 e il 1945 visto attraverso gli occhi di quattro giovani testimoni destinati a sopravvivere: Liliana Segre, Lia Levi, Tullio Foà e Guido Cava.
Nel 1938 in Italia essere ebrei equivaleva a essere persone inferiori: esclusione dalla vita sociale, maltrattamenti brutali, torture psicologiche raffinatissime furono all’ordine del giorno per quasi cinque anni; lo sbarco degli alleati produsse infine, fra il 1943 e il 1945, le peggiori conseguenze di quella discriminazione: gli ebrei italiani furono spediti nei campi di concentramento. Se è mostruoso solamente pensarlo, figurarsi sentirlo raccontare da chi tutto quell’orrore lo ha vissuto sulla pelle e immedesimarsi nelle loro esistenze di bambini travolti da qualcosa di estremamente crudele e inspiegabile. In questa ora e mezza di docufiction quattro superstiti (Lia Levi, Guido Cava, Liliana Segre e Tulio Foà) ricostruiscono le loro esperienze con una serie di interviste corredate da ricostruzioni messe in scena da interpreti professionisti nei loro panni (fra gli altri: Valentina Lodovini, Massimiliano Gallo, Massimo Poggio e Chiara Bono, bravissima nel ruolo della giovane Segre); il risultato è da brividi, specie l’inno alla vita nel finale che lascia lo spettatore con una nota di speranza dopo tanta malvagità e tante brutture indicibili. Il lavoro è una produzione Rai andata in onda per la giornata della memoria del 2019; scritto da Marco Spagnoli e Luca Rossi con la collaborazione di Leonardo Marini, reca in calce una duplice firma in regia: quella di Spagnoli (più verosimilmente autore dei segmenti documentari) e quella di Francesco Miccichè, presumibilmente autore della parte di fiction. Da non sottovalutare infine l’importanza di un promemoria come Figli del destino nell’Italia di 81 anni dopo la promulgazione delle leggi contro gli ebrei, quando suprematismi razziali e violenza gratuita nei confronti delle minoranze sono saldamente al Governo con una forte base di elettori manipolati a dovere. Un film da mostrare a chiunque osi anche soltanto sfiorare l’argomento (il pretesto, per meglio dire) “Mussolini ha fatto anche cose buone”. 7/10.
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