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Dio è donna e si chiama Petrunya

Regia di Teona Strugar Mitevska vedi scheda film

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La recensione su Dio è donna e si chiama Petrunya

di alan smithee
7 stelle

locandina

Dio è donna e si chiama Petrunya (2019): locandina

TFF 37 - FESTA MOBILE Infrangere le regole, uscire dalla banalità dell'anonimato e dal proprio fallimento esistenziale ormai cronico e senza possibilità di controtendenze. Petrunya è, senza essere crudeli ma semplicemente obiettivi, brutta, sovrappeso, sgraziata; e veste pure malissimo.

Ma, se non bastasse, forte della sua laurea in storia, la ragazza è anche disoccupata da tempo immemore e a 31 anni suonati, vive ancora con gli anziani genitori ormai rassegnati alla immutabile circostanza.

Zorica Nusheva

Dio è donna e si chiama Petrunya (2019): Zorica Nusheva

Violeta Sapkovska, Petar Mircevski, Labina Mitevska

Dio è donna e si chiama Petrunya (2019): Violeta Sapkovska, Petar Mircevski, Labina Mitevska

 

Tornando dall'ultimo fallimentare colloquio di lavoro, la donna si imbatte nella celebrazione di una particolare festa religiosa legata alla Epifania ortodossa, secondo la quale il sacerdote getta, al culmine del rito, e dalla cima di un ponte verso le acque turbolente del fiume locale, un vecchio crocifisso; il ragazzo tenace che si tuffa e lo trova, diventa l'eroe fortunato di tutto l'anno, protetto dai migliori auspici.

Fatto sta che quella indolente di Petrunya, passando in quei luoghi e trovandosi in prossimità della reliquia tra i flutti, si getta d'istinto in acqua e si aggiudica - quale prima donna nella storia dell'evento - la titolarità di eletta dell'anno.

La circostanza finisce per creare una sommossa da parte dei giovani partecipanti maschi, ed alimentando una derivativa polemica della stampa contro quello che viene subito bollato come l'ennesimo inaccettabile episodio di intolleranza nei confronti delle auspicate pari opportunità femminili.

Zorica Nusheva

Dio è donna e si chiama Petrunya (2019): Zorica Nusheva

Zorica Nusheva, Suad Begovski

Dio è donna e si chiama Petrunya (2019): Zorica Nusheva, Suad Begovski

 

Un fatto che suscita un polverone e che condurrà la sventata robusta protagonista a giocarsi il proprio futuro in commissariato.

L'eco mediatico che, dalla pingue protagonista, si è trasferito sul bel film che segna l'ascesa internazionale della regista macedone tosta e di ormai lungo corso, Teona Strugar Mitevska, balzata col suo spigliato e pungente ultimo film agli onori della fama, profuma certo di calcolo ben studiato e di furbizia ben giistrata.

Quel che basta almeno per portare alla ribalta argomenti scottanti e sempre attuali come, appunto, la discriminazione ai danni delle donne.

La narrazione è arguta e spigliata, alimentandoci la curiosità di riscoorire l'intera carriera della tosta cineasta, omaggiata al TFF 37 di una meritata completa retrospettiva.

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