Regia di Teona Strugar Mitevska vedi scheda film
A dirigere Dio è donna e si chiama Petrunya è Teona Strugar Mitevska, regista macedone. Nata a Skopje nel 1974 in una famiglia di artisti, ha iniziato a recitare da bambina prima di dedicarsi alla pittura e al disegno. Dopo aver frequentato la Tisch School of Arts a New York, ha diretto nel 2004 il suo primo lungometraggio, How I Killed a Saint, presentato in concorso al Festival di Rotterdam. Nel 2007 con l'opera seconda I Am from Titov Veles ha ricevuto il Premio Speciale della Giuria al Sarajevo Film Festival e ha partecipato al Festival di Toronto prima e a quello di Berlino dopo. A far conoscere maggiormente il suo nome è però nel 2012 The Woman Who Brushed Off Her Tears, presentato al Festival di Berlino. Fondatrice di una propria casa di produzione, ha diretto Teresa and I, un documentario sulla figura di Madre Teresa (raccontata attraverso la prospettiva di una donna moderna) e When the Day Had No Name, selezionato dalla Berlinale nel 2017.
Protagonista principale di Dio è donna e si chiama Petrunya nei panni di Petrunya è l'attrice Zorica Nusheva. Della sua scelta parla espressamente la regista: "Zorica è al suo primo ruolo in un lungometraggio, Nasce come attrice comica e lavora presso il Teatro della Commedia di Skopje. Come tutti gli attori comici, ha un'impeccabile comprensione del ritmo e dei tempi di recitazione. All'inizio della storia Petrunya sembra debole e inerme ma man mano che la vicenda procede diviene sempre più forte nel fronteggiare l'intera cittadina. Come accade per quasi tutte le donne, sin da piccola è abituata a confrontarsi con le disparità di genere e con il desiderio di migliorarsi in continuazione".
Altre due figure fondamentali di Dio è donna e si chiama Petrunya sono la giornalista Slavica e Vaska, la madre di Petrunya.
Slavica, impersonata dall'attrice e produttrice Labina Mitevska, è una giornalista (la stessa regista è stata per diverso tempo giornalista) che, svolgendo un lavoro prettamente maschile, ha bisogno di comportarsi in maniera decisa, nonostante ciò la porti immediatamente a essere percepita come aggressiva. La sua figura è complementare a quella di Petrunya ed è utile alla Mitevska per mettere in scena un rapporto di solidarietà tra le due donne e interrogarsi sul femminismo collettivo.
Vaska, invece, ha un rapporto non facile con la figlia Petrunya. Supportata da Violeta Sapkovska, Vaska rappresenta in qualche modo l'ancoraggio alla tradizione. Accettando il comportamento della figlia, finirebbe per negare tutto ciò che è sempre stata, annullandosi agli occhi della società a cui appartiene.