Regia di Anton Giulio Majano vedi scheda film
James Durie, signore di Ballantrae, è un avventuroso scozzese che si schiera al fianco degli Stuart nella tentata riconquista del trono d’Inghilterra; purtroppo le cose non vanno come previsto e all’uomo non rimane che diventare pirata e, dopo una lunga serie di peripezie, sbarcare e rifarsi una vita in America.
Cinque episodi di poco più di un’ora ciascuno: si sfiorano le cinque ore e mezza di durata per questo film televisivo dalla produzione (Rai, naturalmente, data l’epoca) di tutto rispetto; una sorta di mini-kolossal, insomma, che prende spunto dall’omonimo romanzo di Robert Louis Stevenson con un copione che reca le firme di Martin Worth (sceneggiatura originale), di Franca Cancogni per la traduzione italiana e del regista Anton Giulio Majano per l’adattamento e i dialoghi. Sostanzialmente un’operazione calligrafica di quelle che piacevano al pubblico del piccolo schermo di quei tempi; una riduzione televisiva fedelmente rispettosa del testo di partenza, classico minore della letteratura ottocentesca. Majano, regista di ‘sceneggiati’ Rai fin dagli esordi della tv nel Belpaese, dall’alto della sua esperienza ormai venticinquennale amministra con la massima cura un prodotto totalmente nelle sue corde, avendo già diretto nel corso degli anni una vasta serie di titoli tratti da romanzi di autori anglosassoni: Jane Eyre (1957), David Copperfield (1965), La cittadella (1964) e già un altro libro di Stevenson, ovvero il suo più celebre L’isola del tesoro (1959). Il ritmo è piuttosto blando, ma con una simile durata mastodontica sarebbe difficile il contrario; nel cast non brillano nomi di primaria importanza, sebbene la scelta degli interpreti sia comunque felice: Giuseppe Pambieri, Giancarlo Zanetti, Andrea Bosic, Mita Medici, Gino La Monica e Franco Vaccaro sono i principali. 4/10.
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